La Rivista Popolare - anno II - n. 6 - 1 aprile 1894

LA RIVISTA POPOLARE Quei pellegrini della libertà, al contrario di quanto pensano .e fanno i pellegrini della reazione, ricorda vano il giorno in cui egli, già nella giovinezza spre_zzato, già carcerato per lunghi anni, come oratore, salì nel '49 alla tribuna, allorchè l'Austria aveva vinto· l' Itali-a, e da per tutto erano vittime, e il terrore de' governi era pari al dolore dei popoli; e lui, il dittatore, dalla tribuna chiedeva soldati e danari, incoraggiava alla leva in n1assa, iniziava la resistenza, con ardore, con fuoco, con eloquenza tale che si convertì in commozione e gli troncò la parola. Quei pellegrini ricordavano l'esule che continuò a porre per lungo tempo davanti all'Europa la questione ungherese. Anzi tutto è necessario vivere. Trarre dalle tenebre alla luce una nazione: ecco il primo dovere di quelle anime immense, irriso dalle picciolette anin1e dei pigmei che vengono poi, dopo l'era dei sacrifici ineffabili, nel momento ciel raccolto. Ma egli pure, come in più alto grado Maz~ zini fra noi, una patria diversa avrebbe voluto. « Conquistare per la questione ungherese un posto al sole è conquista tale che abbandonarla è delitto » • E quella conquista fu abbandonata. Allora, egli sì. fiero già contro i· nemici della sua nazione, lo divenne contro la sua nazione stessa .. Allora il la1nentevole addio alla sua terra, alla terra degli affanni, l'addio che gli ungheresi sanno a memoria, divenne non solo Hn' imprecazione, una maledizione all' Austria, ma a coloro che mentirono le antiche promesse e la fede." Egli non era cospiratore ardimentoso, nè iniziatore di battaglie epiche, non• aveva tempra eroicamente pugnace; era uomo. di toga, era calmo, incerto talora, calcolatore, diplomatico, nel senso elevato della parola, ma pure spesso dalla serenità del-suo -animo- escivano lam·peggiamenti e fian1me, e l'odio contro l' irnpero austriaco pa-

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