La Rivista Popolare - anno II - n. 6 - 1 aprile 1894

LA RIVISTA POPOLARE stioni nazionali. Oggi il problema comune a tutti gli Stati è la quistione sociale, che ha acquistato i caratteri della universalità e quasi di una religione; e particolari allo Stato italiano sono alcune quistioni interne, delle quali due principalmente: il decentramento amministrativo e la politica ecclesiastica . . Noi, quanto al problema sociale, dando un'occhiata alla politica finanziaria che si va svolgendo, non abbiamo fatto nulla per risolverlo e molto per aggravarlo. Forse è impotente lo Stato o incurante il Governo? Forse ogni classe come ogni popolo deve provvedere alla redenzione sua? Non moltiplichiamo le domande, stiamo al fatto: Nulla sinora per risolvere la questione sociale. Un inizio di soluzione, per noi, può derivare dal decentramento amministra.tivo. È un provvedimento vitale ~per l'Italia. Tutte le tradizioni cospirano a ristorare l'autonomia dei comuri~ e delle regioni. L'unità per noi non può essere altro che politica, e se più stringe più dissolve. Coloro che fanno obiezioni, temendo i piccioletti Don Rodrighi locali, ignorano il significato dell'autonomia, l'efficacia degli statuti e la potenza produttiva delle iniziative locali. E il curioso è poi questo, che mentre noi siamo il paese più accentrato d'Europa - meno la Francia - siamo nel medesimo tempo il paese più dualizzato tra due poteri che non sono - intendiamoci - le due spade di Dante, la civile e la spirituale, ma due poteri effettivi, due correnti, due educazioni, due anime, ed in contrasto tale che sfugge ad ogni unità civile e morale. Così si creano gli uomini dal doppio adattamento, che sono i più inservibili agli ordini pubblici. Ed è questo dualismo appunto il motivo massimo che spinge lo Stato a farsi centralizzatore, temendo che dove esso liberi, la Chiesa invada. Biblioteca Gino Bianco

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