La Rivista Popolare - anno II - n. 6 - 1 aprile 1894

LA RIVISTA POPOLARE Togliete le grandi cause della miseria e della rivolta, se avete animo e cuore e senno! Ma lasciate aperto il varco alle libere voci degli onesti 1 o stoltissimi! E poi, dopo tutto, co_testi decreti sono inutili. Anzi, per la diffusione delle idee sono benefici. La Rivista, in ogni modo, penetrerà in Sicilia. Lo sappiano gl' inquisitori in uniforme azzurra. E non entreranno nell'isola solo trecento copie della Rivista, ma assai più. Effèlti dell'ukase lavrianesco. LA DIREZIONE. CRONACA POLITICA Mentre la politica parlamentare tace o mormora tra le quinte, mentre si organizza b. resi<;tenza alle pretese del governo, note pretese enormi di pieni poteri con irrisorio controllo e di provvedimenti finanziarii senza discrezione alcuna, in questo periodo di sosta, ha luogo in Roma un avvenimento di altissima importanza. Il solenne, anzi solennissimo Congresso medico, è inaugurato. Da ogni terra ci'-:ile, anche delle più remote, qui sono convenuti migliaia dì scienziati. E la grande fraternità del sapere e dell'amore, consacrati alle umane infermità. Ieri l'altro, all'inaugurazione, gli onorevoli Crispi e Baccelli fecero voti che insieme al culto comune per la scienza si elevassero i cuori pure al culto comune della libertà, del progresso, della pace. Veramente, i miuistri del regno dovrebbero essere cauti nell'usare l'abusate parole di libertà e di pace. La pace, con la triplice,· è la minaccia continua di una guerra europea. La libertà è infinita, non c'è che dire, cioè la libertà nel governo di proporre o ·imporre tasse o <li decretare metodi spicci di repressione. Il progresso poi, se esiste come in fatto deve esistere, non dipende certo dai governanti. Esso è il prodotto della scienza. I governanti stanno al governo solo per disfare quel che si è fatto, e per far quello che far non si dovrebbe. Dalle misere cure della politica, dal sistema che si palleggia tra l'inganno e l'arbitro, eleviamoci col pensiero a considerare l'importa,nza delle presenti grandi assise della scienza, e noi, sebbene umili, ignoti e profani, salutiamo gli ospiti qui convenuti, per la civiltà e l'umanità, da tutte le plaghe del mondo 1 in questa Roma ove sulle rovine dell'antica gloria splen:le magnifico, il sole. * * * Salutia,mo la salma di Kossuth. · ' Leggevamo poco fa i dolci e mesti versi detti presso al suo feretro, e gli eloquenti saluti. BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==