La Rivista Popolare - anno II - n. 6 - 1 aprile 1894

LA RIVISTA POPOLARE 1 77 Questo per legge. Ove insorgano contestazioni sul diritto di priorità ad ottenere la concessione, decidono i tribunali. Tutte le grandi fortune in materia di cave si formarono così. È la lotta dell'uomo contro l'uomo alla conquista di un pezzo di agro marmifero, consacrato dalle leggi in vigore, le quali a lor volta non sono che il riconoscimento delle antichissime consuetudini. Ognuno vede di leggieri quale sorta di carattere speciale le nostre popolazioni abbiano dovuto formarsi in mezzo ad un simile ambiente. Notisi che quasi mai si riesce ad ottenere la concessione senza passare attraverso ad un lungo e dispendioso litigio dal quale purtroppo si sprigionano sempre correnti potentissime di odio fra le parti e le loro clientele. Nè le liti cessano a concessione ottenuta. Chè anzi tutte le volte che si fanno lavori importanti specialmente sul confine si riaccendono aspre ed accanite. In forza della legge sulle cave il comune, originario proprietario degli agri marmiferi, dovrebbe avere una sorveglianza sulle cave nell'interesse del commercio e dell'industria, ma questa parte della iegge può dirsi andata in disuso nonostante i recenti conati di rimetterla in onore. E le cave sono sempre purtroppo un campo di lotta dove potrebbe dirsi coll' Hobbes: homo homini lupus, senza pericolo di esser tacciato di esagerazione. Or se si pensi che tali sono le condizioni morali del capitale, giacchè massima parte ne sono le cq,ve, non parrà strano lo asserire che le condizioni morali degli operai debbano essere, sebbene sotto altra forma, inspirate però allo stesso concetto. In lotta ogni giorno col pericolo imminente dal .quale non vi ha chi lo difenda, se non la propria azione diretta; esposto in caso di disgrazia a languire per inedia senza che l'opera sociale soccorra ad alleviare la sua miseria; quale concetto può egli formarsi di questa società alla quale si vorrebbe costringerlo a prostrarsi ? L'esempio poi è per lui assolutamente contagioso e letale. Ne consegue che i distintivi del suo carattere sono la fiducia esclusiva in sè e nelle proprie forze, la incuria assoluta del- . l'avvenire e quindi una tendenza continua a svincolarsi da quella solidarietà sociale che, per essere efficace, dovrebbe essere da tutti voluta e praticata. È contro qùesta tendenza antisociale e che rende possibile il dilagare dell'anarchismo cui occorrerebbe porre freno con tutti quei mezii che il moderno imperfetto ordinamento economico promette di usare. E non basta fare come certuni che credono di interpretare il momento e ]a esasperazione di non pochi, collo imprecare all'operaio, alla sua ignoranza., ai suoi sfrenati appetiti. BibliotecaGinos·anco

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