La Rivista Popolare - anno II - n. 6 - 1 aprile 1894

176 LA RIVISTA POPOLARE Avremmo voluto dalla Cassazione una sentenza meno ambigua. Avre1nmo voiuto che un raggio di giustizia avesse rotto cotesta monotona caligine di sentenze che 1nacchinalmente emettonsi, senza tregua di un giorno, allivellando tutti, rei e innocenti, e giudicando come si fa per contravvenzioni. Meglio la legge stataria nella sua brutale franchezza che cotesto preteso rispetto di forme procedurali e cotesta ipocrisia di legalità. Meglio il vecchio sistema austriaco. Meglio un affilato spadone che trapassi, di quello che una ammodernata macchina di tortura dipinta a tre colori. TÉSSALO. DALLECAVE CARRARESI Come carattere predominante m tutte le classi sociali della nostra regione vi ho additato il disprezzo alle leggi. Ciò non deve però interpretarsi come offesa, chè tale non può essere mai l'osservazione scientificamente diretta, sibbene come la constatazione di un fatto del quale debbono rintracciarsi le fonti, mentre indubbiamente se ne vedono le conseguenze. Il fenomeno accennato si manifesta come la affermazione incondizionata dell'io, di fronte all'aggregato sociale. È un vero e proprio fenomeno d'individualismo, esaminato sotto questo punto di vista. N~i rapporti poi più semplici, da uomo a uç>mo e spesso è pur troppo un fenomeno di egoismo bello e buono. A produrlo hanno concorso molti elementi, e più di tutto l'ordinamento della proprietà nella nostra regione. In base alle antiche leggi sulle cave di marmo emanate dai Cybo e dagli Estensi, leggi che sono tutt'oggi in vigore, il sistema della occupazione fu ed è la fonte di tutte le proprietà marmifere. Ad ognuno è lecito tentare l'escavazione negli agri comunali. Fatto il così detto tentativo e marcatolo delle proprie iniziali, può chiederne al comune la concessione in livello perpetuo, nè il comune può rifiutarsi. BibliotecaGino Bianco

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