LA RIVISTA POPOLARE LA'COMPETENZDAEI TRIBUNALIMILITARI Sulla grave questione hanno già scritto molti che sanno di leggi assai più di quello che io sappia, e già ne parlarono saviamente i difensori del Molinari. Scriverne ora può esser sempre cosa buona, n1a, necessariamente, poco utile e senza sapore di opportunità. In ogni modo anche la Rivista vuole esprimere il proprio . avviso. Pri1na osservazione. Ci è se1nbrato, com' è sembrato alla generalità del pubblico, che il Procurator Generale, senatore Auriti, abbia voluto dire e non dire, ammettere e non ammettere, salvare capra e cavoli, cioè la capra anarchica e i cavoli militari. Povero vecchio illustre, dopo tante elucubrazioni, per settimane intere, nella solitudine del proprio gabinetto. Seconda osservazione. La questione gravissin1a, che era stata già accortamente accennata dall' intelligentissitno consigliere relatore, quella della costituzionalità dello stato d'assedio, mentre fu appena svolta dagli egregi difensori, non fu per nulla discussa dal Procurator Generale. E allora a che le leggi? A che scervellarsi ora per riempirne il vuo~o? Quando la necessità di difesa provvede alla deficienza di leggi e di regola1nenti, e giustifica ogni arbitrio o irregolarità, si potrebbe anche strappare qualche superflua pagina di codici. Terza osservazione. È però giusto osservare cl)e i tribunali. militari hanno avuto un gran colpo tra capo e collo dalla sentenza della Cassazione. Un colpo che ratifica il giudizio già dato intorno a loro dal senso comune di quanti pensino liberamente. Biblioteca Gino Bianco
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