LA RIVISTA POPOLARE questi preti che inondano Ron1a, come n1acchie nere in un oceano di luce, lo sappiano tutti questi liberali odierni tre1nanti di paura e invocanti le fiere repressioni. Non si r~trocederà più. Quando gli antichi magiari andavano alla guerra, il portabandiera non aveva speroni affinchè gli fosse impossibile fuggire. Dietro è l,onta e la rovina, avanti è l'~nore e la salvezza. Ma v'è l'ignoto? Meglio, in caso, l'ignoto, di quello che cotesta troppo nota bassezza presente. O voi che tuttora decantate l'alleanza austriaca, tenete conto di questa universale spontanea manifestazione di lutto per la morte del gran nemico dell'Austria. L' imperatore ha traversato testè l'Italia, nel comune silenzio. Vi era ben più del funebre in quel rapido viaggio. La salma di Kossuth ritorna alla patria. Eljen Kossuth ! Ritorna alla patria ch'egli divina1nente amava. È sì bello questo a1nore quando è spoglio di ogni egoismo. Ritorna alla patria la salma di chi la patria incarnò nell'animo fedele. Veggono in visione i magiari un bel giorno in cui attraverso ai vecchi ruderi feudali e dinastici passi altera e fiera una gran cavalcata e vada alla conquista dello Stato franco che ·Kossuth vedeva nei sogni del suo animo perennemente giovine. Egli sarà alla testa dei baldi caval ieri come il Douglas. della leggenda scozzese, dopo che fu morto sul campo di Otterburn. Egli, cioè un'idea, un· p~incipio, un sentin1ento. E sarà unanime il grido: El:ftn Kossuth ! Non per idoleggiare un uomo, bensì per adorare, ritti in arcione, con l'arme in pugno, gli umani concetti della nuova civiltà contro, alla presente decorata barbarie. A. FRATTI. Biblioeca GinoBi9 nco
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