LA RIVISTA POPOLARE 1 37 quanto a chi governa non rim~rrebbe altro che sbadigliare dalla mattina alla sera, o, come s' è visto non ha molto nell'Europa e nell'Asia orientali, imporre allé!-Camera di fo;nire qualche scampolo di deputato. d'opposizione entro ventiqualtr' ore, sotto pena di fustigazione o di scioglimento. C' è chi dice che, a questi ferri, da noi non siasi venuto ancora; e sarà vero. Certo è che, auspici gli Arcoleo e qualcun altro eiusdem farinae, ci abbiamo a venir presto. Sicchè, dicevo, noi udiamo tuttodì asseverare, con molta e molto ben p:isciuta tranquillità, che di question sociale, a stringere, non c' _è respice; che la miseria, la fame, il privilegio, sono declamazioni di arruffapopoli, di demagoghi, i quali vogliono pescare nel torbido; che le cose di questo basso mondo (o quello alto?!) sono sempre andate· così, e ccsì hanno a durare in perpetu9, sino a che; al meno, non siasi riusciti a cambiare il cervello degli uomini e anche la testa che lo contiene. E quelli che parlano in questa sentenza sono i gros bonntts della stampa salariata (tagliami la lingua, o Brunetière, unico uomo cli coraggio che sia comparso in questo scorcio di secolo dopo Max Nordau !), della magistratura giudicante, dell'esercito, della finanza, dell'industria. . Crogioliamoci un pocolino un <li costoro. Io conosco, p. e., un presidente di Corte d'assise, che ora è qualche cosa di pit1, ma che è sempre rimasto celebre per queJla sua spiccata vocazione dell'appioppare 25 o 30 anni di galera al primo giudicabile che gli capitasse sotto le basette fulve di felino umanato. Incredibile la quantità di carezze e di lenocinii che codesto convinto rimpiangitor della forca, del cavalletto e deJla ruota, metteva in opera per pigliare in. castagna il disgraziato bruto, dalla fronte depressa e dal color terreo7 che gli stava 1ebete dinanzi, nella gabbia, belva rusticana contro bel_vacivile. Egli lo leccava, Io strisciava, lo adulava, lo vezzeggiava, lo compativa, gli parlava in dialetto, e, se lo avesse avuto più accosto, lo avrebbe pigliato pure pel ganascino. Poveretto! confessasse, ammettesse, e sarebbe stato un brav' uomo. E facendosi, con la mano ossuta, capanna all'orecchio enorme, e prosternandosi quasi sul banco, per udir<'fmeglio, gli ammiccava fraternamente, come usano a Bagnolo del Trigno. . . lui pure c' era stato ... bel paese, buon' aria ... ~ lo incorava: ....;.A. nimo! costa poi tanto a dire: " Sono stato io? ,, - E strappatogli quel sì fatale, ratto volgevasi a' giurati (a que' tempi mi ci ficcavano; oggi non mi ci ficcan più: ed io, che ho altro a fare, ringrazio di vivo cuore la bizzarra " çecità delle µq1c ,> ), e dicea loro, larµbenqosi - * Biblioteca.GinoBianco
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