La Rivista Popolare - anno II - n. 5 - 15 marzo 1894

1 134 LA RIVISTA POPOLARE diritto di difendere se stesso e la sua esistenza sociale I contro quelli che, in nome di un ideale mortifero all'Olin1po, attendono, con ogni mezzo, a disfarlo, io non capisco con qual decoro noi possiamo consegnare, senza ritrattazioni, alla l'eggenda le nostre imprecazioni alla memoria di quel re che si fondò su questo stesso postulato! È venuta l'ora di rendere austera1nente giustizia a chi l'ha attesa, fin troppo a lungo, confidando nell' imn1ancabile trionfo della verità. Ferdinando II, oltre una dinastia, rappresentò un siste1na politico-sociale che ha avuto tempi di fortuna e di splendore, i suoi profeti ed i suoi apostoli, e non bisogna dimenticare che, davanti al giudizio della scienza positiva, non v'è una verità stabile, rna una verità evolutiva; e però io, don1inando le mie passioni intellettuali, godo nel trovarmi l'onesto ardire di riconoscere che, dinanzi a lui ed al suo ideale, i nostri martiri, giustamente, dovettero apparire ribelli e traditori. Egli si difendeva. Un ideale, che involgeva il suo sopravvanzandolo, infiammò i nostri padri, ed egli, morendo, prima di vedere l'occaso del suo mondo intellettuale, non potè intendere che una nova età cominciasse dalla dimostrazione che mal riesce la forza degli ordini a premere le energie dello spirito. * * * Non può darsi, dunque, che i novi ideali sociali sieno una più alta ascensione dell'intellettualità un1ana, e che noi abbia1no il torto di non saperli intendere? Non ci punge talvolta il sospetto che, come in causa nostra trionfalmente sperimentammo, ai traditori ribelli di oggi possano apparecchiarsi altari infiorati domani? Gl' ideali dei quali parlo, certo, non sono i miei; ma quando ascolto un governo nato da un ideale fecondato BibliotecaGino Bianco

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