I 3 2 LA RIVISTA POPOLARE idee; vorren1mo studii fatti davvero con coscienza intorno alle vitali questioni, e non cotesta noncuranza. africana; vorremmo organizzazioni che fossero vaste e ferree contro l'odierno tristo stato di cose; vorremmo agitazioni piene di vita, di scintille, di entusiasmi, come tanti popoli ne han dato l' ese1npio, con1e ne dà esempio a noi l'Austria stessa; vorremmo una preparazione costante, seria, virile. Ma le idee debbono diffondersi solo con la forma che persuade, che attrae, che incanta, che trascina, che convince. Vogliamo rispettare le opinioni altrui, poter tenere alta la fronte, avere diritto di chiamar vile il nemico che in agguato ci insidia la vita, e sentirsi migliori di lui. Quando si hanno idee, si manifestano liberamente, se anche il carcere, con l'inasprimento annesso, vi s'apra dinanzi. Quando si crede di essere vindici dell'onore e degli interessi supremi di una nazione o di una classe, si sorge, in caso estremo, a viso aperto. Pietro Micca che accende la miccia, e fa saltare se· stesso coi nemici, è bellissimo e degno dell'an1mirazione anche degli oppressori e del bacio perenne della Gloria. Armarsi anzi tutto di idee, di una grande coscienza, di una lealtà adamantina: ecco il primo dovere. Sentire il palpito della vita sociale, presentirne la virtù fecondatrice delle grandi complesse soluzioni de' molti problen1i agitantisi nella vita 1noderna: non basta carpire qua e là dal desco imbandito dalla scienza qualche briciola di idee critiche sociali. Tutto compenetrare in un i1nmenso sentimento umano: la vendetta di un'ora è nulla, spesso è un salto addietro: la rivendicazione degli umani diritti, a cui si tenda ogni dì con amore e tenacia, è tutto. La causa degli operai dev'essere an1ata, rispettata, stimata santa, e dovrebbe intrecciarsi ai grandi e adorati BibliotecaGino Bianco
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