La Rivista Popolare - anno II - n. 5 - 15 marzo 1894

LA RIVISTA POPOLARE 1 57 CRONACA POLI1~ICA Assistevo ieri a una seduta della_ Camera. Era da per tutto una tristezza funebre. Dopo la lunga stemperata battaglia, a proposito dello stato d'assedio, sembra che non vi sia pit1 nulla a fare. Sembra che i deputati si dican l'un l'altro: noi siamo 0mbre 1 e se il dittatore è il solo essere vivo, noi siamo il nulla, egli è il tutto. Domani i pieni poteri ci toglierarino ogm fastidio; dornan l'altro molti di noi, che la corruzione germogliata all'ombra del nativo campanile elesse dal gregge elettorale, non saranno più: si dice che l' on. Crispi voglia tornare al vecchio sistema dello scrutinio di lista. Così nella svogliatezza la Camera si proroga. Nella svogliatezza manda a carte quarantanove o alle calende greche il pr9getto di legge sull' infanzia abbandonata; nella svogliatezza accolse quello sui dominii collettivi nelle provincie dell'ex-stato pontificio. L' on. Tittoni, l' onorevole Ferri e l' on. Zucconi fecero belli e dotti discorsi. La legge, come si sa, regola le antiche partecipanze e comunanze. Sarebbe stato meglio forse modificare più ancora il progetto ; sarebbe stato necessario cogliere l'occasione per proporre una modificazione nella costituzione delle Giunte d'arbitri che ora funzionano così male. Ma del progetto si parlò poco o nulla. L'on. Ferri attaccò l'onorevole Imbriani; ne venne un singolare conflitto, in cui gli animi si riscaldarono, e il vero punto della questione si perdette di vista. Noi non ascritti al partito socialista per le ragioni che tutti sanno, perchè crediamo di avere idee anche piì1 late di quelle che serransi nell'àmbito di una data scuola, perche crediamo il moto sociale vasto, complesso, infinito, perchè siamo avversi anzi tutto al sistema politico presente, pure non approviamo il.caldo inno liberista dell'on. nostro amico Imbriani, e alcune sue parole ch'ebbero eco festante da noti avversari della libertà che in quel momento, perchè loro faceva comodo, applaudivano con sod_disfazione. E come erano lieti pe_r il dissidio! Ma quello che fatalmente e for• tui~amente avviene, in caso, fra due individui, per quanto valenti ed illustri, non dev'essere seguito dai partiti, come norma. D'altronde la discussione ha sì vasto soggetto, che un battibecco non la può risolvere e chiudere, nè mai lo si potebbe nella vivacità del momento. * * * Gli agrarii della Camera si sono radunati, e domandano un doppio aumento del dazio Sll;l grano; di più un aumento di lire due sui dazi delle farine di grai:io, di semolino, e sull'avena, sulla segala, sul granone, sui fagiuoli (anche sui fagiuoli !) che l' on. Sonnino aveva osato dimenticare. BibliotecaGinoBianco

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