La Rivista Popolare - anno II - n. 5 - 15 marzo 1894

130 LA RIVISTA POPOLARE V' hanno nella vita delle nazioni ore solenni, in cui è duopo esser pronti, in cui sarebbe virtù levarsi come un uomo solo e reagire. È per l'aria allora un eco di co1npassionevoli voci che chiamano. Sembra di udire allora, quasi a risposta, le sveglie del mattino risonar per i campi. Allora gli uomini forti dimenticano tutto, e corrono ove la propr~a terra si difende, ove si difende la libertà, ove pleLi tradite levansi contro chi manomise ogni loro diritto, ogni cosa loro, e don1andano il redde rationem, almeno per un giorno, per un'ora, in faccia all'azzurro cielo, in faccia al sole, a viso aperto, con la testa ritta, con la fronte pura, cercando di risparmiare ogni spavento ai vecchi, alle donne, ai bin1bi, evitando vittime innocenti, pensando solo a combattere, senza intima gioia veruna, il ne1nico che forse inconscio si presta a sostenere un delittuoso e inu1nano ordine di cose. E allora quegli iniziatori, se cadono, sono compianti, se vincono, sono glorificati; e presto o tardi la storia li addita come eroi e intreccia ghirlande di quercia alle loro fronti. O v' hanno anche sotto le tirannidi I o nelle oppressioni straniere esempio di giovani che offrirono la propria vita per ispegnere quella di chi riassun1eva tutta l'iniquità di lunghi anni di pianto e di sangue. Non apologisti dell'assassinio politico, noi qui dovrem1no ripetere il giudizio che diè. Gius7ppe Mazzini intorno al Gallengé\ quando questi pensò di uccidere Carlo Alberto. Tutti sanno con1e i repubblicani italiani la pensino intorno agli attentati di Agesilao JVIilano e di Oberdan. Ma cotesti ignoti bombardatori che con grande accortezza accendono miccie di bombe in luoghi oscuri e riposti, o con delittuosa leggerezza le acc;endono in luoghi ove è probabilissimo che debbano cader colpite vittime Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==