LA RIVISTA POPOLARE I CADUTI DI QUELL'ANNO SI RIZZARONO ARMATI TRA GLI INSORTI DEL I 848 RIVISSERO A MILANO CINQUE DÌ E RICADUTI DA PALERMO A NOVARA TORNARONO IN MILLE A MARSALA RICERCANDO DA CALATAFIMI A MENTANA ROMA ROMA NON RIPOSANO ANCORA GLI STUDENTI DELL'UNIVERSITÀ TORINESE ONDE IL MOTO PARTÌ. L'epigrafe può avere dei difetti, e, forse principale, di non ncordare abbastanza i giovani martiri; ma la critica che professori, ministri, Consigli accademici le hanno fatto, è delle più ingiuste, avendo voluto sulla povera grammatica riversare l'antipatia inspirata loro da ricordi ed augur1 inopportuni. Almeno il Nicotera francamente e.idiceva di scrivere al Bovio perchè cambiasse l'ultima espressione « non riposano ancora ». Ma negli altri ministri, da Agostino Depretis a Francesco Crispi, quante gesuiterie non si dissero? Gli studenti però non si stancano, e quasi ogni anno, in muta processione dall'atrio, ove si sparse il sangue ed all'ora in cui la sommossa incominciò, si sogliono recare, con la bandiera donata dalle signore torinesi al battaglione universitario che partiva alla guerra, a deporre una coron:1 di fiori (modesto tributo dell'economia studentesca) sull'obelisco eretto ai martiri della rivoluzione di marzo. Lo studente torinese, allontanandosi dall'Università, lascia ai compagni il mo11ito di quei fatti, che, se spesso sono vanto della sua famiglia, sono sempre attestato brillante del valore e del coraggio dello studente italiano, allegro e spensierato nella leggenda, ma sempre nobilissimo di cuore e arditissimo nei momenti del pericolo. CELESTINO LOY. BibliotecaGino Bianco
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