La Rivista Popolare - anno II - n. 5 - 15 marzo 1894

144 tA RIV1S'fA POPOLARE hero riusciti a sottrarli alla polizia, se da uno stuolo di carabinieri, sopraggiunto dalla vicina caserma, non fossero stati sopraffatti. In quegll anni gli studenti universitari aveano il privilegio, consacrato dal tempo garantito dalle leggi ed esplicitamente specificato nel foglio di matricola cli poter essere giudicati solo dal magistrato degli studi. Privilegio quanto volete; ma giustificato dagli infiniti arbitri e violenze, a cui si era esposti continuamente. Il pietoso Governo invece fa trndurre gli arrestati, nel cuore dell'inverno, alle carceri cli Fenestrelle e cli Ivrea, dopo aver fatto loro attraversare la città fra due fila di carahinieri. All'indomani ( 12 gennaio 182 I) gli stuclen'ti, che aveano inutilmente ricorso alle vie legali e vedeano manomessi imphnemente i loro diritti, dopo la lezione pomeridiana tolgono le chiavi dei portoni ai bidelli, sbarrano gli usci del palnzo universitario e giurano di non ritornare alle loro case prima di aver ottenuto quanto per i loro compagni giustamente dom:rnclavano. Asserragliatisi alla meglio e collocati nei davanzali delle finestre i ciottoli del cortile universitario, inviano due delegati al conte Balbo ministro degli interni e presidente degli studi « con l'incarico, dice il Brofferio, di persuaderlo ad interporsi presso il sovrano,· acciocchè fossero lasciati in lihertà gli arrestati o quanto meno fossero dati in mano ai superiori universitari ». Per risposta sopraggiunse uno stuolo di carabinieri: a questo ne seguirono altri, parte a piedi e parte a cavallo, che si disposero dinanzi al palazzo Madama: si collocò un drn.ppello di granatieri nei principali quartieri della capitale ed il resto della truppa veniva trattenuto nelle caserme. Compiuti questi preparativi per sedare gli animi dei rivoltosi, giunse il conte Balho ·con l'ordine immediato <li sgombrare il palazzo universitario, insinuando di sperare nella bontà del sovrano. Le urb ed i fischi che seguirono ben si possono immaginare. Il Balbo promise di interporre immediatamente presso Vittorio Emanuele il suo appoggio in favore degli studenti; tuttora però si ignora se egli facesse in quel momento promessa da gentiluomo, ovvero se il suo buon volere si spezzasse dinanzi agli intrighi di gabinetto. Certo è questo che verso le 8 pomeridiane sopravvennero, a passo di carica, due battaglioni del reggimento granatieri e incrociarono le baionette contro gli studenti. Questi diedero mano ai sassi e vi fu qualche ferito fra i soldati. Ciò bastò perchè si ordinasse di :1tterrare i portoni e di dar la carica - al grido di Viva il re I - agli studenti, inse• BibliotecaGino Bianco

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