LA RIVISTA POPOLARE 1 39 forza di maledire il presente; non glielo dico, perchè io non voglio la morte nè il male di tutti codesti inconsci o rassegnati i~nocenti, i quali, morendo, potrebLero rivolgere a Ravachol, o ad altri, un rimprovero a mille doppi più sanguinoso del dantesco (< Percht mi scerpi? »; non glielo dico, perchè io non voglio la morte nè il male di nessuno, neppure del mio assassino, o, che è peggio, del mio calunniatore. ) perchè io voglio, e lutti dobbiamo volere, la ragione e non la violenza, !'_amore e non l'odio, la pietà e non l'egoismo, la dolcezza e non la tirannide, la preghiera e non il comando, la gioia pura delle uuo1.e opere e del sano vivere, non il sangue nè lo sterminio. Ah! ma, se il pus deleterio d' invendicate turpitudini secolari, trasfuso per venti generazioni nel sangue degli oppressi, erompe a un tratto dà lutti i pori di un disgraziato, Ravachol o un altro, al quale voi, bo"rghesi, classi dirigenti, sangue azzurro, avete socchiuso a mezzo lo spiraglio della scienza del bene e del male, sbattendoglielo poi sul viso nel momento eh' egli chiedeva di gustare del ùene la parte sua, e non lasciandogli per suo retaggio che il male; se questo pus avvelenato, che pure è il suo sangue, come il vostro - azzurro - è di cimici, gli va al cuore e glielo imputridisce, gli va agli occhi e l'acceca, gli sale alla gola e gli fa urlare « Mora! mora ! », di che vi meravigliate? a che strillate? chi potreste mai accusare, se. n0n v0i, superui, il cui solo coraggio non fu, non è, non sarà mai allro che quello della paura; voi, vigliacchi, che avete respinto quell'uomo, sempre, che lo avete umiliato, che lo avete schernito; voi, che, come i vostri « avi » si spassavano, or è qualche secolo, a far flagellare da' suoi « progenitori " le acque dello stagno attorno al vostro maniero, oggi vi divertite a far raccattare a' suoi bimbi famelici i conlettacci di gesso tra le zampe ?e' vostri poneys ,· voi, che lo avete mandato a domicilio coatto, che lo avete torturato co' « bottoni di fuoco >> 1 come usa ancora nelle guardine d' Italia, celebri per imbastir processi di « g~irla sediziose » a carico di sordomuti; voi, sempre voi, che gli avete precluso la via del lavoro, pel gusto di ottenerne la ricaduta, e lo avete ricacciato in carcere a finir di corrompercisi, o, alla men trista, a « battervi moneta falsa d'accordo coi çarcerieri? » Vestra culpa, onesti borghesi, che ve n' andate ritti e tronfi i 111 . breack alle Corse, a suon di corno, accusatore innocente di pudichi adulterii impuniti dopo il processo, con le vostre vaporose duchesse accanto, disfatte pel ballo very select della notte passata, occhieggianti languide, con le pralines m bocca, e sorridenti se avvien che armò- · BibliotecqGinoBianco - ..
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