LA RIVISTA POPOLARE 115 E l'ora pare che sia venuta. Io comprendo perfettamente che ciò possa recare un dispiacere grandissimo a più di un'egregia persona, la quale non dimanderebbe altro se non di continuare a papparsi in santa pace le opime rendite che nè a lei, nè al padre, nè al nonno e neppure al bisnonno costarono un giorno solo di sudore o di pensiero; o il lauto stipendio, tanto più lauto (ma vedete un po' che « luoghi comuni» !) quanto minore è il lavoro utile di chi lo intasca. Comprendo benissimo, che l' impronta, economicamente e socialmente più estesa e più radicale a gran pezza, della rivoluzione che si fa innanzi a dispetto di tutti i tribunali militari e di tutte le ghigliot~ine del mondo, spaventi a dirittura le vittime designate, e faccia perdere la testa, non solo a' Ravachol e a' Vaillant, ma e a quella miserevole accozzaglia di agenti che noi, al solito, deleghiamo perchè ci salvino ... le istituzioni. Ma che farci? Do stielat; Quel facinoroso di popolo, di popolaccio, di gregge plebeo, la « vile moltitudine » in somma, sente, in tutta Europa e persino in America, il naturale, onesto, umano, legittimo desiderio di cominciare a governarsi un pochino da sè. Nè questo è desiderio poi tanto strano, o tanto nuovo, che possa far credere a qualche sottoprefetto in buona fede di trovarsi in conspetto di una commissione di petrolieri senza più. Niccolò Machiavelli, i cui libri saranno proibiti dalla congregazione dell' Indice, ma non sono ancora dal Regio Governo, vagheggiava sin da' suoi tempi un reggimento, sul quale potessè il popolo avere lt mani,- il che non vuol già dire rubare, come disgraziatamente par che •facciano que' « ben pensanti », quelle « teste equilibrate », que' ~ cervelli organici » de' nostri onorandi commendatori e gran cordoni ; ma sì, non lasciarsi rubare. Dico bene, signori « uomini d'ordine » ? Ora in questo desiderio, che, in fine, nessuna forza al mondo può . ; loro contendere, se non quella della loro ignoranza o della loro ignavia., i popoli d' Europa, con varietà di atti e di metodi imputabUe a quella delle civiltà e delle condizioni politiche ed etnografiche, sono ornai concordi e affratellati per modo, che a' governi è fatta urgente necessità d' intendersi e di unirsi palesemente, e con palese paura; proprio come i bissonti e i serpenti e gli altri animali delle praterie americane, ct,1i il fuoco si va cacciando avanti oblio.si, fin che dura il pericolo, di recarsi danno. Tuttavia, questa concordia e questa fraternità de'· popoli sono, chi bene osservi, molto più apparenti che non reali, molto più decantate Bblioteça Gin9 Bianco
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