108 LA RIVISTA POPOLARE socialisti sin qui è stata in gran parte sbagliata; fa voti per l'alleanza coi partiti affini; consiglia di liberarsi da ogni dommatismo. Ma la Critica sociale sostiene non essere cosa sensata il disinteressarsi della «repubblica» ; però non crede, a giustificazione del proprio atteggiamento claustrale, che si possa fare alleanza coi partiti repubblicani, ora, in Italia, mentre i radicali danno esempio di flaccidezza e di decadimento. Ma, aggiunge la Critica, in astratto possiamo figurarci alleanze possibili ed anche ne- · cessarie. Liebknecht disse a Zurigo che « nella tattica non v'è nulla di assoluto: tutto è mutabile colle circostanze» . Allora, se domani, non solo i repubblicani, che non hanno vincoli se non col progresso e coll'avvenire, ma tutti i radicali stessi, sciolti dai lacci parlamentari, pronti a propositi virili e arditi, pronti a formar davvero quel fascio di resistenze e di iniziative rivendicatrici della sovranità nazionale, come si deliberò nella riunione tenuta qui il 18 del mese corrente, ampliando il numero degli adepti, con ancora più larghi concetti riguardo agli uomini e alle idee, procedessero ancora più direttamente alla costituzione di quello Stato che non deve rappresentar più o meno questa o quella parte, ma il diritto popolare nella sua estensione e integrità, noi potremmo vedere in realtà quell'alleanza cui accenna l'illustre uon10. Non ci move all'augurio il desiderio della confusione delle idee o il desiderio di una vana popolarità. Sovra la parte è la patria, è sovra tutto l'umanità che ogni patria in grembo accoglie. È il pensiero delle miserie sociali che . c1 move. Nell'accennata riunione udendo alcune parole del socialista professor Labriola, acutissimo ingegno, noi assentimmo ben volontieri alle sue riflessioni intorno ad un'enunBiblioteca Gino Bianco
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