La Rivista Popolare - anno II - n. 4 - 1 marzo 1894

LA RIVISTA POPOLARE 107 ne aumenta il numero, chè tutti move e sprona la necessità presente, la scienza che sempre· cammina, e il doloroso gemito infinito delle innun1eri vittime della miseria. Dopo la vittoria, dice l' Engels, i socialisti formeranno la nuova opposizione progressiva, che aspirerà e spingerà a nuove conquiste. Noi pure, repubblicani, ascriveremo ad onore d'essere inscritti nelle file di quella opposizione. Egli dice che il pericolo maggiore pei socialisti, con1e già fecero Ledru Rollin, Louis Blanc ed altri, sarebbe quello di condividere la responsabilità del Governo, e quindi, come nel '48, condividere la responsabilità di tutte le infamie e i tradimenj, di fronte alla classe operaia, com-. messi dai più fra i repubblicani puri (?). E noi anche in ciò siamo con lui. Anzi diciamo che i socialisti, cominciando da Louis Blanc, non un giorno solo avrebbero dovuto condividere quella trista responsabilità. Noi abbandoneremmo qualsiasi dei nostri amici che un dì potesse essere complice di simili iniquità. Che cale a noi che ondeggi ai venti la bandiera repubblicana, quando all' ombra sua si rinnovino i misfatti di governi assoluti o falsi? L' Engels, l' uo1no che sa delle cose italiane più di quanto rnolti di noi ne sappiano, il più illustre rappresentante del socialisn10 scientifico nel mond9 dalla morte ~i Marx, ha dunque risposto così a chi lo interrogava sul contegno del partito socialista. La Critica sociale crede che abbia risposto in modo esauriente, e crede pure d'essere in accordo con lui. Ma lo è stata ella sempre? Lo è davvero oggi il partito socialista? Se lo è, lo dimostri; anzi, con l'esempio, lo provi. C'è un campo comune ove lottare. Altrimenti si corre il rischio d'essere tagliati fuori del movimento, isolati e disorientati. Una recente corrispondenza di Zolfanello alla Critica sociale cosi avverte; confessa che la condotta dei I Bibt1oteoa Gino Bianco

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