La Rivista Popolare - anno II - n. 3 - 15 febbraio 1894

68 LA RIVISTA POPOLARE ntt1 trovò la Rivoluzione francese in Francia, in Belgio e in Piemonte, e la stessa, per scioglierla, diede argomento a molte e notevoli disposizioni legislative da parte di Federico Guglielmo I di Prussia. Ma basta la storia della Sicilia di questi ultimi ottant' anni per mostrare con1e gli ex-feudatarii intesero lo scioglin1ento delle promiscuità, o per meglio dire, come procedettero a scancellare, annullare quei diritti dei coloni, o diritti civici più comunemente intesi, che avevano resistito a tante vicende e violenze, che avevano durato per otto secoli, intatti nell'essenza per quanto ridotti nell'applicazione, che avevano resistito ai cavilli dei forensi e ai soprusi degli agenti ! Basta la storia di Sicilia per spiegare come avvenne questa rivoluzione, più profonda nelle sue conseguenze di una rivoluzione politica, vera spogliazione compiuta dalla grande proprietà a danno delle masse lavoratrici, eguale a quella che fece la grande industria a danno dei pi~coli artigiani. Laddove il feudo era prevalente, il principio che regolava i rapporti fra proprietarii e lavoratori era il· seguente: che tutte le terre feudali, ecclesiastiche, comunali od universali, secondo che erano proprietà del barone, della Chiesa o del comune, erano tutte aperte agli usi civici, a quegli usi, cioè, senza dei quali i cittadini neque commode in feudo morari neque vitanz ducere possunt. Le tenute feudali erano soggette quindi alle servitù di uso in favore delle popolazioni, dall'agro delle quali queste terre erano svelte colle infeudazioni o coll'agro dellè quali erano stati i feudi composti. Con1e la Costituzione del 181 2, art. 1 I, stabilì: Non ci saranno più feudi e tutte le t~rre si possederanno in Sicilia come allodii. I baroni saranno esenti da tutti i pesi; - e come il Parlamento siciliano del 1 8 l 2 aboli gli usi civici esercitati dai cittadini sui fondi dei baroni (disposizione presa dai baroni nel loro BibliotecaGino Bianco

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