La Rivista Popolare - anno II - n. 3 - 15 febbraio 1894

LA RIVISTA POPOLARE dolcezze della vita, ma per additare ai discepoli che il vero, il grande apostolato si pasce soltanto di sacrifici. Pochi momenti dopo, piena ancora la mente di queste impressioni, in una bella sala del palazzo municipale di Assisi, io conversavo fraternamente con una simpatica figura di vegliardo che nel lampo degli occhi e nella calda vigoria della frase rivelava ancora, malgrado il rigore degli anni, la fiamma e il fuoco della giovinezza. Sindaco amato e venerato dalla sua città natìa, Eugenio Brizi, mi parlava di Assisi con amore infinito. Amareggiato dal dissenso privato di alcuni cittadini, come se si trattasse di una discordia nel seno stesso della sua famiglia, mi invit~va a coadiuvarlo nell'opera pacificatrice. Gli dissi scherzando, ma assai commosso: perchè non componete un Cantico della pace e non tentate, come S. Francesco, di comporre le discordie cittadine con la magìa del canto? - Mi rispose sorridendo: Se fossi poeta come il nostro Bini-Cima, vorrei intuonare il Cantico della libertà,- e i suoi occhi accarezzavano involontariamente ma istintivamente, l'anello di hronzo che gli ornava l'anulare della mano destra - dono prezioio e ricordo per lui carissimo di Luigi Pianciani - tratto da una scheggia di bomba scoppiata accanto ai due valorosi il I 849 nella memorabile difesa di Venezia, ove essi portarono, nella causa comune, il palpito, le speranze e la solidarietà della gioventù umbra. Perchè la giovinezza di Eugenio Brizi, come la sua virilità, furono tutte consacrate religiosamente alla redenzione e alla grandezza della patria italiana. E dopo aver fatto quella che Poerio chiamò la cura dd ferro sul campo di battaglia, nell'esilio, nelle prigioni papali, non si credeva ancora in diritto di riposare, spendendo gli ultimi lampi della sua inesauribile energia nel breve cerchio della sua città natìa1 m mezzo ad un popolo che amava e lo ricambiava dell'affetto più VIVO, Sotto una forma mite e gentile, Eugenio Brizi racchiudeva un' anima temprata ai sentimenti della più alta virilità. E, a misura che glì anni lo incalzavano verso la tomba, questa maschia e gentile fierezza circondava d'una speciale aureola la sua veneranda canizie. Quando, la sera, convenuti a fraterno banchetto, io salutai in lui la città di Assisi - in lui, continuatore delle sue più nobili tradizioni - ed egli sorse a parlare in nome della patria sua - l'applauso festoso, caloroso, unanime che l'accolse fece lampeggiare il suo occhio commosso di legittimo orgoglio e mi sembrò in quel .momento che le reBiblioteca Gif>lo Bianco

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