LA RIVISTA POPOLARE 79 natori. Anche gli addormentati e gli incadaveriti, anche alcune fra le stesse creature del re protestano contro a cotesti arbitrii d'ogni giorno che si perpetrano in fretta, e che superano di molto le avvenute violenze; protestano anche uomini paurosi di tutto, anche conservatori che non interrogano alcun responso di moderno scienziato, che gittano a terra i libri eretici non appena ne abbiano letto il titolo, come faceva il leggendario principe indiano, e non odono i ge1niti dell'oscuro esercito dei lavoratori. Protestano i professori di diritto pubblico che sanno interpretare statuti e leggi. Dimostrano agevolmente che non si deve derogare dall'organizzazione giudiziaria se non in forza di una legge e che niuno deve essere distolto da' suoi giudici naturali. Coteste sono le .stesse parole dello Statuto. Ma qual' è il ministro che non. gli ha dato uno strappo? Di1nostrano che altre volte non si osò tanto, che nel '5 2 si concentrarono i poteri nelle mani del Rattazzi e del Pernati, ma non si violarono nè si sospesero le guarentigie costituzionali, che non si ha per legge il potere di applicare a ribellioni armate lo stato di guerra, che, anche ne' casi estremi; sarebbe dovere per il Governo convocare il Parlamento. Ho letto sull'argomento uno scritto del prof. Pantaleoni, e due articoli del senatore prof. Pierantoni, e già gemono i torchi, per maggiori scritti sulla materia. È bello e degno cotesto culto delle libertà civili, anche se profèssato da noti avversari. Così dovrebbe esser sempre la solidarietà fra' cittadini; si tempererebbero le ire e gli odii; vi sarebbe un comune campo aperto ove darsi la mano. Ma· non bas\a far questioni di diritto costituzionale. / Se domani, per caso, vi fosse una legge apposita per lo stato d'assedio, se quindi la sua applicazione fosse rego- . ' Bibliot~ca Gino.~ianco I • ..
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