La Rivista Popolare - anno II - n. 2 - 1 febbraio 1894

LA RIVISTA POPOLARE 59 artistico, la parsimonia della descrizione, l'attrazione del dialetto nella lingua, tutto questo io trovo da lodare senza riserbo. Nondimeno, pesati tutti e due i volumi, mi pare che la bilancia scenda dalla coppa delle « Paesane » : vi è colorito più vivace e pit1 purità di disegno. Tal' è, sommariamente, il mio giudizio su di un'opera, che dovrebbe scotere la nostra atassia intellettuale, s' è ancora capace di risentire gli stimoli. Fisciano (Salerno), il gennaio del 189~. c. A. ALEMAGNA. CAPRERA. Secondo pellegrinaggio italiano. Impressioni di CARLO RoMUSSl. Milano, Arturo De' Marchi. L. 1.50. Questo elegante volumetto appartiene alla religione dei ricordi civili. Ne parliamo oggi, sebbene non sia di~ data recente. Ma questa rivista che tende specialmente al culto della educazione patnotlca, crede di fare opera buona additando ai propri lettori un volumetto, che forse molti non possederanno ancora. L'avv. Carlo Romussi, con quella parola che esce calda e convinta dal cuore, e con buona fantasia pittrice, descrisse in queste pagine, già apparse sul giornale il Secolo nel giugno 1892 - ora qui raccolta e ordinata - il 2° pellegrinaggio italiano all'isola di Caprera, ripartendo in quattro capitoli le sue descrizioni e rendendole ancora più vive e pit1 efficaci mediante undici belle fotografie uscite dallo stabilimento De Marchi. Primeggiano fra le altre, la testa e il husto di Garibaldi, col facsimile della sua firma, e l'altra, pure di Garibaldi, raffigurante il grand'uomo a Caprera, reggentesi sulle grucce, dopo la ferita di Aspromonte. Questa fotografia fu tratta dal pregevole acquerello di Guglielmo Castoldi, posseduto d'al deputato Giuseppe Mussi. Il signor Romussi, che intitola questo geniale lavoro: Impressioni·, conduce amabilmente con lui il lettore dal golfo di Genova a Caprera, ~ trasfondendo nell'animo suo tutti gli affetti alti e gentili provati dallo scrittore e lungo il viaggio, e nell'arrivo all'isola benedetta, e nella visita alla casa di Garibaldi e al cimitero, e nella partenza, quando i visitatori se ne andarono pensosi, portando con sè i fiori colti nel giardino domestico di Garibaldi, i ramoscelli' strappati agli alberi che egli piantò e crebbe lungo la via, e qualche fronda del mirto i cui rami stormiscono sulla sua tomba. I BibliotecaGino Bianco

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