LA RIVISTA POPO~ARE nazione potrà sorridere di nuovo, senza delusione, a un bello avvenire? Chiediamo a quei signori: bisognerà dunque tacere dinanzi ai mali che i proletari soffrono? Chiediamo : quando i Sonnino, i Franchetti, i Villari, i Bonghi descrivono quei mali (sebbene essi si fermino a capo della via non appena comincino a parlar dei rimedi), perchè in nome della comune giustizia non chiamare essi pure sobillatori? Chiediamo: non credete che i veri sobjllatori siano gli egoisti che spremono il sangue stesso ai lavoratori, mentre ad essi arride una beata vita di ozio perenne? E la scienza sociale che ora si spande da per tutto, dalle cattedre stesse onde la gioventù si educa, non è <lessa la terribile sobjllatrice? Il nemico ha tutto in mano : il potere, la forza, le leggi, il danaro, gli onori; e noi, sentinelle della democrazia, abbiamo appena un'umile penna. C' è pure della pusillanimità nel combatter la stampa. Bisogna essere pigmei nell'animo, e dar così ragione al Beaumarchais quando diceva che gli uomini piccoli temono i piccoli scritti. Ma poi tutto è inutile. Le idee si comprimono, ma solo per un istante. Per un dato periodo avrete un~ stampa che parrà scritta da staffieri, che giustificherà tutto, dallo stato d'assedio alla proroga della sessione parlamentare, dagli arbitrì di polizia più stolidi sino agli espedienti di finanza più rovinosi, avrete una stampa che consiglierà anche dittature e coli-,i di Stato (il Fisco partigiano in tal /caso dormirà),- una vile stampa co1nposta dalle n10notone voci degli adulatori ; ma, passato il periodo del1' abbiezione degli animi, le idee compresse risorgeranno folgoranti in tutta la loro bellezza morale e sociale. Poichè è chiaro che oggi si tratta solo di prorogare la fine di un co1nplesso sistema che avvilisce e immiseBibliotecaGino Bianco
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