LA RIVISTA POPOLARE 7 Nel campo politico: richian10 delle prefetture alla funzione di semplici delegazioni a1nministrative del potere esecutivo, liberando il paese dalla loro indebita ingerenza nelle urne politiche ed amministrati ve - senza di che non sarà mai possibile di spezzare 1, organizzazione e il predominio delle combriccole locali, su cui s, imperniano tutte le presenti ingiustizie - e vi sarà sempre un sindaco, come quello di Canicattì, che avrà, il diritto di respingere sdegnosamente sul Governo tutta la responsabilità degli errori e delle colpe che questo vorrebbe far ricadere semplicemente e soltanto sugli enti locali. Per compiere queste ed altre riforme, che nella mas-· sima parte sono reclamate non soltanto dalla Sicilia ma dal resto d'Italia, occorre genio, scienza e audacia. Avrà l'on. Crispi questa intuizione e questo ardimento? A questo patto soltanto egli potrebbe cancellare dal paese la triste in1pressione suscitata dalla proclan1azione dello stato d,assedio specialmente per ciò che si attiene alle più gelose guarentigie del diritto nazionale. Ma al di fuori e al di sopra del Governo, lungi da qualsiasi lusinga (chè di mancate pron1esse governative l,Italia è satura), 1 un,alta, immensa responsabili_tàs,in1pone alla democrazia italiana: quella di sopire, nell, ora presente, tutte le piccole discordie di metodo, tutte le piccole 'divergenze di programn1a, per ricordarsi che il problen1a sociale è in pari tempo problema nazionale, e che l'uno e l,altro reclan1ano essere così occasione ed avviamento ad una soluzione radicale e razionale del problema minerario in Sicilia. 1 Ricorda lusinghiere promesse la Romagna, _ne ricorda Ancona; ricordano tutti, tre anni fa, il telegramma dell' on. Crispi, nel quale egli affermava di volere « sciogliere la questione sociale ». È una sola vicenda: dalla repressione alla menzogna, e da questa a quella. (N. d. D.). B1bllotecaGino Bi~,nco
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