La Rivista Popolare - anno II - n. 1 - 15 gennaio 1894

22 LA RIVISTA POPOLARE in alto impera Cesare o il papa o un Comitato tirannico, e al basso vegeta una mandra d' iloti. Ma è tale,• ad esempio, il collettivismo bandito dal De Paepe o dal Malon? Sono più che certo che il Saffi non lo accomunerebbe con quell'orrido tipo di stato sociale su accennato, che parmi il modello del piì1 tirannico fra i comunismi. Platone ~ertamente e Tommaso Campanella il comunismo non lo sognavan così nell'immaginosa mente che toccava le vette del pensiero. Il Piccini, bravissimo operaio, giudicò erratamente o vagamente come io giudicai; non creda il Minuti che per non parere in contraddizione io voglia affibbiarmi un errore. Il vero su tutto. Che importa anche una contraddizione nell'interpretare una teoria? Può essere colpa per gli alti intelletti, non per noi, che non siamo certamente ' gen1; è anzi colpa ai mediocri l'ostinatezza nell'errore. Il vero su tutto, e quante difficoltà a rintracciare quel che sembra tale I A Napoli e a Palermo discussi opponendomi al De Marinis, specialmente perchè mi parve ch'egli accentuasse troppo la parte assegnata all'autorità dello Stato, nella produzione, nello scambio, nel consumo. Ma non mi balenò in mente mai, nel discutere con l'amico, di proporne l'esclusione o di volergli limitare il campo mercè la barriera di un .ordine del giorno. Io ho pensato sempre che vi debba essere ampia libertà per la discussione di tutte le questioni possibili. Anche i nostri avversari ed i nemici stessi saranno dalle condizioni del paese costretti a discuter di tutto, e largamente; alcuni, e in tutto, forse ci supereranno. Noi siamo lenti e dormienti e pavidi: e poi a che contendere ora? Abbiamo perfino lacerato quel povero unico Patto che un dì ci univa I Non si richiami il Minuti alla Roma del Popolo, chè non è il caso. Quando Mazzini si rivoltava fieramente sdegnoso contro i sistemi stranieri, era l'epoca in cui questi presentavansi, ai bagliori orridi del petrolio, minacciosamente negatori di ogni ideale. N è il Minuti s'allontani dicendo che non s' incarica di distinzioni fra collettivismo e collettivismo. Se vuol discuterne, deve incaricarsene; o altrimenti non si ha diritto di accettar polemiche. Ma io credo che ne discuteremo poi, sempre amichevolmente, in tempi più propizi e men tristi. Ne discuterono tanti, già da gran tempo, anche in giornali liberisti, come il prof. Gide, il Walras, l'illustre filosofo Fouillée, il gran matematico CoHrnot, il Summer-Maine, il De Laveleye ed altri. Dall'ultimo il Saffi trasse la chiara definizione che certo non combaciava col giudizio già dato dal Saffi stesso a Firenze ; ognuno può verificarlo, checchè. dica il Minuti; ed io so che il Saffi appunto rettificò per la grande coscienza che lo distingueva. E, infatti, nel suo opuscolo Il pensiero politico e socialt di G. Mazzini egli attacca austeramente il comunismo, non il collettivismo, nè ripete, come altra volta, il quadro fosco di una comunanza sociale ove un tiranno stia in alto e una torma d' iloti in basso, per combattere quel sistema. È inutile che il 'Minuti insista. E la polemica antica eh' egli esuma, già tenacemente sostenuta contro uno scrittore del a Cuore e Critica » , dice poco o nulla. Quello Biblioteca Gino Bianco

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