La Rivista Popolare - anno II - n. 1 - 15 gennaio 1894

12 LA RIVISTA POPOLARE Il quod superest date pauperibus, si limitava per lui agli avanzi ciella tavola quotidiana. E non erano luculliani davvero I Il capitano ignorava la gran quistione sociale che si agita in Europa in questi ultimi 40 anni ; le teorie dei pensatori, gli scioperi formidabili degli operai, i misfatti politici dei nichilisti, la nuova disciplina delle classi lavoratrici. Il capitano non sapeva nulla di tutto ciò, o almeno gli era arrivato all'orecchio come il rumore di una ferrovia notturna da cui possiamo ripararci turandoci le cart~lagini uditive. Egli ignorava - o non si curava di sapere - che la classe dei lavoratori della terra in Italia, non compreso un milione all'incirca di agricoltori proprietari, oltrepassa, tra mezzadri, fittaiuoli, giornalieri, coloni, contadini, ortolani, contando anche i ragazzi, quasi gli 11 milioni, e che i nostri contadini - come apparve dall'inchiesta agraria, relatore il Jacini - guadagna in media annual-. mente L. 3oo appena, corrispondenti alla retribuzione media di L. 1 .3o per ogni giorno di lavoro; computati in un anno 2 2 o giorni, chè il resto è levato dalle feste, dal mal ternpo e dalle malattie. Infatti, pur tacendo d' altre cause che affliggono di gravi malattie le plebi italiane, basterebbe la terribile influenza della malaria per sottrarre tante braccia al lavoro, scemando così la produzione e immiserendo maggiorn1ente la classe dei giornalieri. L'inchiesta amministrativa del r 885 riconobbe e affermò che sugli 8 2 58 comuni d'Italia, 2 8 2 3 con r r milioni e mezzo di abitanti sono costantemente soggetti alla malaria; e che altri 2025, con una popolazione di 8 milioni, ne soffrono periodicamente ... Il capitano leggeva sui giornali, anzi spesso scorgeva coi propri occhi la pochezza del salario, la insufficienza del vitto, la insalubrità delle case coloniche, la squallida miseria dei così detti cameranti, i terreni mal lavorati ed incolti o abbandonati all'avarizia dei fittaiuoli che delle prebende pagate ai proprietari indolenti e gaudenti si rifacevano sui poveri boari con ogni maniera di taccagnerie. Ma egli, strizzando la testa del suo sigaro di virginia - suo immancabile compagno - tra una boccata di fumo e l'altra, soleva dirci: O i contadini dovranno dunque ormai manBiblioteca Gino Bianco

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