La Rivista Popolare - anno I - n. 12 - 31 dicembre 1893

I LA RIVISTA POPOLARE 377 LA TREGUA DI DIO Don1andare la tregua di Dio e preannunziare nuove tasse, è, peggio che ironia, demenza. Si osa ancora fare appello al patriottismo del paese: il paese risponderà che l'imporgli altre gravezze è un volerlo spingere alla disperazione, un eccitarlo alla rivoluzione. Tutti i sacrifizi imposti al paese, in no1ne del patriottisr.oo, sono valsi ad impinguare i nen1ici della patria, ad, alimentare il più funesto parassitismo, ed ormai il paese non vuole più essere 1nistificato. Di delusione in delusione sian10 già pervenuti a quel grado massin10 di sfiducia e di sconforto che precede le grandi catastrofi. Il vento sen1inato in tanti anni di pervertimento minaccia di scatenarsi in tempesta. È vero che dal '5 9 al '7 o lavoran11no pel conseguimento della materiale unità della patria; ma dal '7 o ad oggi cosaf avete fatto, voi tutti uomini di governo, avvicendandovi al potere, se solo ora ravvisate la necessità di lavorare per cementare l'unità n1orale e consolidare l'edificio per cui fu sparso il sangue dei nostri martiri? Il periodo dal '7 o a tutto il '9 3 fu, nel suo 1nisero programn1a, dimenticato affatto dall'on. Crispi. Ve lo diremo noi: tutto questo lungo lasso di ten1po lo ave~e speso a rendere deserte le terre d'Italia, a indebitare il paese, a distruggerne l'equilibrio economico, a confiscare le proprietà· private, a perseguitare colle più fen6ci fiscalità gli onesti lavoratori, facendo arricchire e decorando gli affaristi e gli speculatori più cupidi, innalzan_doli all'onore di vostri consiglieri, a casta d'uo1nini d'ordine. In ventitré anni avete ridotta l'Italia all'estremo della miseria e della corruzione, avete resa irrisoria la giustizia, · BibliotecaGino Bianco

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