'LA RIVISTA POPOLARE Cesare lo guardò a lungo. I due :::;i riconobbero. 11 duca gli disse sottovoce: - Ditemi: dove portaste il suo cadavere? J 97 - In un luogo lontano e deserto. Crescono rose intorno alla sua tomba. Non parliamone. . . Ella è là, fra fiori campestri e fra il verde · delle mie vallate, e giace in luogo pitt splendido dei più ricchi sarcofaghi ... Io vorrei comporla qui, nella tomba di famiglia ... No, non la togliere alla sua solitudine ... Ma io esigo ... Tu non puoi esigere nulla; tu la sposasti senza amore! ' E vero -- disse il duca - è vero... ma io ho per me la legge. Chiedilo al tuo cuore ! Al n:io cuore? Per lei non ebbi che indifferenza. Per lei non ebbi che amore! Era notevole la differenza degli accenti e della pass1011e frn l'uno e l'altro. Il òuca, vestito da ufficiale papalino, aveva l'aspetto burbanzoso; l'altro, nel suo umile letto, parlava semplicemente ed era esanime. Cesare tacque. Aveva avuto una forte emorragia. Ad un tratto si levò seduto sul letto, quasi delirando, e dicendo: - Sono a Roma! ... - e soggiungeva: - Bianca, mia Bianca! ... Vengo da te, vengo a vedere il bel volto ... E in un lampo il capo si rovesciò sull' origliere. Cesare era morto. Il duca se ne stava immobile a piedi del letto indifferente. A. F. BibliotecaGino Bianco
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