La Rivista Popolare - anno I - n. 12 - 31 dicembre 1893

LA RIVISTA POPOLARE avete tentato di prostituire la coscienza della nazione e d'incretinirne l'intelligenza. Vi siete valsi dell'ammonizione, del domicilio coatto e del carcere preventivo a scopo d'inti1nidazione e di persecuzioni politiche. Avete col giornalismo stipendiato corrotta e falsata l'opinione pubblica, e, a vostra difesa, calunnia6 gli onesti cittadini. Avete lasciato ripullulare le corporazioni reljgiose ed estendere la funesta propaganda clericale. Avete abbandonata la capitale d'Italia in uno stato di perpetua crisi, offendendo il decoro della nazione; incapaci perfino di comprendere quali immensi vantaggi finanziari, morali e politicj potevano trarsi dalla floridezza ài Roma, che non avete saputo sviluppare co1ne era vostro imperioso dovere e con1e era facile per il prestigio ch'essa esercita, per la fortunata sua posizione topografica e ·clin1atologica e per le inesauribili ricchezze che la circondano. Ma qual prova maggiore può aversi del più disastroso dei regin1i, che quella della diminuita produzione del suolo, oggi, con un aumento di cinque milioni di abitanti, inferiore a quella di trent'anni fa? Voi avete spogliate ed affamate le popolazioni, e volete ancora aumentarne le gravezze. Voi, nella vostra demenza, credete che l'Italia sia capace ancora di rnaggiori sacrifizi e non avvertite i dolorosi fenomeni della crescente e1nigrazione, del succedersi dei fallimenti, delle vendi te forzose, delle grassazioni, del ristagno dei commerci, del deperimento fisico degli abitanti e dei suicidii. Non udite le mille maledizioni che da ogni parte d'Italia come da ogni classe sono rivolte in alto? I perpetuatori di tante rovine piangono lacrime di coccodrillo e tremano dell'ira del popolo. Ed ora voi invocate la tregua di Dio e la fiducia del popolo stesso da voi tante volte tradito nelle· sue più legittime aspettative. E la tregua molti vi accorderebbero, poichè si è arrendevoli, se senza indugio tentaste di porre mano all' opera riparatrice, se mostraste di conoscere le vere condizioni del paese. Il paese vorrebbe anzi tutto BibliotecaGino Bianco

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