La Rivista Popolare - anno I - n. 11 - 15 dicembre 1893

344 LA RIVISTA POPOLARE dente il fenomeno che pagando i ricchi con1e i poveri un testatico e pagando i ricchi un'imposta proporzionata alla loro ricchezza, ne viene questa conseguenza: che il complesso del nostro sistema tributario rappresenta un siste,na progressivo a rovescio, così che le ultime classi sociali pagano una percentuale progressi,·a d'imposta maggiore di quella che pagano le grandi fortune » • L'affermazione corrisponde perfettamente alla realtà, e v' è solo a deplorare che nell' on. Giolitti il pensiero del deputato non si sia i1nmediata1nente risvegliato nel ministro. Il ministro forse ebbe paura della ripugnanza che l'imposta progressiva desta nelle classi dirigenti; perciò tacque da principio e cercò rimedì al deficit del bilancio in altra direzione. Poscia, quando fu per annunziare che sarebbe venuto meno alla promessa di ottenere il pareggio senza nuove imposte, ritornò alla primitiva idea per non suscitare soverchia opposizione nelle classi popolari. Che l'on. Giolitti abbia avuto da ministro l'intenzione di metterla a dormire, si rileva dalla opposizione fatta alla mozione deìl' on. Guelpa, svolta nella seduta della Camera del 2 febbraio 1893 : 1nozione anodina che si limitava alla proposta della nomina di una Commissione parlamentare allo scopo di studiare quale fra i diversi sistemi d'imposta progressiva, sin qui proposti o già applicati, fosse il più adatto all' indole politico-sociale dell'Italia, quale fosse il minimum necessario alla vita da esentarsi e sino a qual punto fosse riducibile l' imposta indiretta. Che l' on. ministro del tesoro e delle finanze nella seduta del 4 febbraio abbia con1battuta la mozione Guelpa fece tanto più impressione, in quanto che rammentò di avere egli stesso sostenuto il principio della progressività nella relazione sul disegno di legge relativo alla tassa sugli affari e sulle successioni presentato nel febbraio del 1889. Se nel 1893 non volle più nen1meno consentire la nomina di una Commissione allo scopo di studiare (mentre è noto che si fa incredibile abuso di nomine di tali Commissioni e della promessa di studiare, che si è ridotta a sinonimo di canzonare, come disse il ministro Martini in piena Camera) segno è che nelle sfere ministeriali si era rinunziato al1' ùnposta progressiva. Biblioteca Gino Bianco

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