La Rivista Popolare - anno I - n. 11 - 15 dicembre 1893

LA RIVISTA PO POLARE 34 1 Così accadde al fristianesimo, così vien già accadendo al socialismo, e ciascuna scuola tenterà incarnarlo nella forma più rispondente al proprio modo d'intenderlo. Gli anarchici diranno essere preferibile un quasi ritorno allo stato di natura, tanto poeticamente descritto da tre pensatori artisti, da Girola1no Vid~ di fronte alla rea- . zione tridentina, da Rousseau innanzi alla decadenza regia, e da Tolstoi innanzi alla decadenza borghese. Così gli ~narchici, c,he pur vengono dipinti con capelli a chelidri, vagheggiano l'idillio più ideale della vita. La soavità del fine dovrebbe temperare la ferocia de' mezzi. • I collettivisti diranno valer meglio impadronirsi dello Stato e farne il gran dispensiere ·della comune fortuna. I Ed io dico che per qualunque ·via si riesca a prendere lo Statoi se ne farà una repubblica sociale. E, dato . . questo battesimo alla cosa, il dissidio tra' grandi problemi sparisce. I) repubblicani nel 1 860 si accorsero di aver lavorato per la monarchia, e· tra pochi anni i socialisti si accorgeranno ·di aver lavorato per la repubblica. L'esempio di Francia non mi .sgomenta: o quella repubblica dovrà socializzarsi, o sparirà contro la reazione per rinascere nella forma più vera. Si facciano, dunque, fasci nel mezzogiorno d'Italia e I scuole nel settentrione, uno è il fine, ed è quell'uno verso cui gravita tutta l'Europa, dove le dinastie degenerano e la borghesia invecchia. Ma giunti che sarete, o socialisti, al gran fine, non dovete dimenticare quelli che guardarono il vostro moto con occhio presago, nè quanta parte di sè diè Mazzini alla redenzione· dell'operaio ··e della donna. Ad. un uomo grande il cui ideale sorpassò i contemp9ranei non può mancare la posterità. Se questa è la ~erza Roma che appunto per non erigergli un monun1ento lo fece votare dalla , · Bibtioteca Gino Biancò •

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