34° LA RIVISTA POPOLARE per forza d'intelletto e di cuore parato a tutto, vedrebbe che quel solo potrebbe trarsi migliaia alle spalle e basterebbe a mandare via gli altri col cenno della mano. Neppure l'esercito, forse, gli trarrebbe addosso. Manca quel1' uomo, perchè mai:ica maturità ~l moto ; n1a certo, se qualcuno osasse, i politicanti non avrebbero a doler~i di lui. Hanno scherzato troppo e di troppe cose: non intel• letto de' fini d' uno Stato nuovo, nè conoscenza dell'Italia e de' paesi contermini, nè fiducia nel popolo, nè carità dove· la fan1e e l'irrequietezza crescevano, e invece tranelli, recriminazioni, gravezze ..... E proprio per questo occorreva parlare di statuto, di comizii, e di Roma? Era prevedibile questo affasciarsi di operai che di fuori prendono la pietra focaia e in casa trovano l'esca. Ed è pur naturale che chiunque si presenti a parlar loro di politica debba sembrare se non un nemico almeno un risusci-:- tato con le fibbie di argento alle scarpe e il codino alle spalle. È spiegabile, dico, ma è durevole? No. - Le quistioni nuove sono seducenti e prevalenti, e se hanno tendenze filantropiche, attraggono subito le classi più governate dal sentimento, cioè i ·popolani, i giovani, le donne, gli artisti ; disdegnano ed espellono tutte le altre quistioni; si fanno esclusive. Arrivano ad assumere rigidezza dommatica, e scomunicano i dissidenti. Papeggiano. Più tardi le leggi di affinità selettiva le piegano a contemperarsi con altri elementi congeneri, che nelle soci~tà umane sono essenziali e tradizionali, e cominciano a cer- ~arsi quella fonna di essere che n1eglio garantisce ed esplica la loro funzione. Torna allora la quistione di forma, tollerata prima, poi richiesta, finalmente necessaria, e questa o quella che sia la forma, la sua riapparizione ha significato politico. Biblioteca Gino Bianco
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