La Rivista Popolare - anno I - n. 11 - 15 dicembre 1893

LA RIVISTA POPOLARE Ad un tratto, come scossa e rapita da una divina parola, si sollevò, girò gli occhi rapidamente su coloro che le erano dappresso, tentò di stender le braccia come per trattenere una visione che si accostava a lei per abbracciarla, fissò la fanciulla singhiozzante quasi con spavento misto a pietà, e ritrovando sempre innanzi a lei lo sguardo disperato del suo poeta amante, fisso, vitreo, immobile, come interrogasse la fatalità, gli sussurrò: -Ti rinc6ra ! E cadde spenta. Egli pure parve morto ms1eme a lei. Dopo alcune ore, ridestato da quello spaventoso stato, che è come il gran vuoto della vita, certo che nessuno avrebbe ricercata mai la salma della duchessa, che potevasi supporre perduta fra i marosi della tempesta dopo il' formidabile urto, pensò a portarla con sè, laggiù nel cimitero del suo paesello. Egli non parlava: era come demente. Tutto era spento in lui e fuori di lui, con la morte della sua adorata. Non pi11 albe, non più speranze, non più sorrisi; nulla piì1 di bello e di lieto. L'eterno amore nell'eterno lutto, soltanto. Gli pareva eh' ella riaprisse gli occhi, udiva ancora l'eco della sua voce armoniosa, sentiva dal suo labbro il proprio nome, e vaneggiava. E la baciava, e la ribaciava. E le labbra aveva fredde come quelle della sua amata morta. - Aiutatemi voi due, tu, povero vecchio, e tu, fanciulla: aiutatemi voi! Debbo rinchiuderla io solo nella bara ... Gliene costruirono lì per lì una rustica, strana, originale, tutta di vimini, intrecciata .in modo semplice e pure artistico di fiori, di alghe, di bei gigli di mare, che la desolata fanciulla aveva raccolti a profusione per adornarla. - Ed ora ritorno là nel mio t)aesello. La seppellirò dove io nacqui. Coronerò sempre di rose il suo tumolo e di buone azio ~i la sua' memoria-. Era una follia, gli dicevano, partire solo, fidarsi alla incertezza del mare : una vera follia. - E se morire debbo, morrò con lei. Dinanzi al mare ci promettemmo amore, e nel mare ritroverò con lei, allacciato al suo petto· fedele, il mio sepolcro. Non sai tu, o buon vecchio, perchè vivo ? N 01' udisti ·tu le sue estreme parole? Ciò eh' ella mi disse è la sola legge per me. E tu mi accompagnerai ! Nella stessa barca di salvataggio che già aveva raccolta e condotta a riva la povera Bianca, Cesare· con l'animo lacerato dalla disperazione portava il bianco corpo esanime. Fra i gigli e le alghe trasparivano gli occhi socchiusi della duchessa. Egli le parlava come fosse viva. Là fanciulla isolana li salutò dalla sponda. Ella rimaneva là sola, senza timore, col' suo gregge. E mandava baci verso la barca, e vero suo babbo piangeva. · BibliotecaGino Bianco fra le lagrime pregava. Il po-

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