LA RIVISTA POPOLARE E tutti e due, coi gomiti appoggiati sul tavolino, nella luce torbida di una modesta lucerna, si perdevano nella gioia dei calcoli e dei progetti, tante volte già fatti senza la prospettiva di poterli realizzare. * * * Alla fine, dopo una settimana d' ansie e di tormenti, . il I 5 del . ' mese arnvo. Alle 8 di mattina Saverio era bell' e pronto; lu'strato, strigliato e col viso composto ad una cert' aria di circostanza studiata fino dal giorno precedente. l\1entre sorbiva una problematica tazza di caffè e la Bita con la spazzola gli dava gli ultimi tocchi, ei pensava: Certo alla mia nomina non è del tutto estranea la politica del Gabinetto. Il l\1inistero sente il bisogno di consolidarsi e lascia che si facciano aumenti nel personale per soddisfare e mantenersi ligia la Camera. Ciò mi dà a sperar bene ; io entro in servizio sotto buoni auspici e a furia di zelo e di buon volere potrò fare un po' di carriera. Quella piccina di Lilì avrà almeno l'avvenire assicurato e qnesta povera vecchia un po' di pace. E tutto pieno di cotali pensieri, con l'aria grave di un uomo che ha conseguito un'ardua mèta, si avviò al Ministero. Però, giù nella via, una grossa sorpresa l'aspettava. I venditori di giornali strillavano: La caduta del lltfinistero I La faccenda dunque si complica, pensò Saverio; ma se la situa2ione politica si fa piìt difficile non mi riguarda; ho ben la mia brava lettera io, e, macchinalmente, si frugò la tasca del soprabito per assicurarsi di non aver dimenticato il prezioso documento. ·* * * Al Ministero trovò che il cavaliere Serafini era occupato e gli convenne di fare un'ora buona di anticamera in un vasto corridoio, sotto gli occhi di quattro uscieri che pareva volessero frugarlo sotto la pelle tanto lo studiavano con aria impertinente. Ma alla fine fu ricevuto. Il cav. Serafini, seminascosto dietro due grossi mucchi di carte manoscritte, lo squadrò da capo a piedi anche lui, con un'occhiata fredda e penetrante. Saverio non riuscì a spiccicare neppure una sillaba del bell' esordio che aveva preparato da più giorni e non potè che esibire la sua lettera. Il cavaliere allora fu terribilmente laconico: Biblioteca Gino Bianco
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