La Rivista Popolare - anno I - n. 11 - 15 dicembre 1893

354 LA RIVISTA POPOLARE Ma egli non si dà per vinto, nè mai lo si darà; anzi ho visto che si è scritto che mi ha confutato in modo esaurùnte. Ed io non avevo detto che due parole! Fui morto dall'amico-avversario prima di mettermi in guardia. Il Patto è anti-collettivista, perchè consiglia le cooperative, ecc.? Non mi pare: i socialisti, in genere, le propagano. Marx le sconsiglia; ma essi badano al maestro sino a un certo punto. Il socialista avv. Di Fratta ed altri,. per la Sicilia e per l'Agro romano, descrivono tipi di cooperative agricole, che potremmo accettare pur noi. Dunque, nel Patto, ci dovrebbe essere posto per tutti. Se non c'è, la colpa è dei nostri vari umori e della nostra rigidità. Nel I 886, al Congresso di Firenze, avevamo tutti, giova dirlo per la verità, un' idea inesatta del collettivismo. Lo si confondeva col comumsmo, e l'errore era facile, perchè molti dissidenti spiegavano, più che altro, le teorie del Marx. E, infatti, io stesso confusi il collettivismo con il sistema che abolisce ogni individuale proprietà. Ma non si desumono le ragioni, nella polemica, dagli errori altrui o da incompleti riassunti. Il Saffi stesso, sì coscienzioso e preciso, cadde nell' inesattezza, ma poi, citando il De Laveleye, critico limpidissimo,' che definì, in genere, il collettivismo come il sistema che sta fra il comunismo e l'anarchia, e tempera l'associazione col razionale concetto della libertà, il Saffi stesso rettificò, o meglio, coll'autorevole parola del professore di Liegi, precisò la definizione. 1 Ed io dichiaro che allora, nel I 886, non interpretai esattamente il concetto del De No bili, e lo giudicai in maniera troppo assoluta ed ingiusta. Ma non per questo nnnego e rinnegherò mai la libera. associazione, intendiamoci bene, non assolutamente libera, senza concetto e vincolo comune, senza quei temperamenti che, come dice lo Schaeffle, la rendono disciplinata, concorde ed utile. L' individualismo universale si è realizzato nell'odioso ciascuno per sè e nella guerra di tutti contro tutti/ nè si dovrà certo, in istituti popolari, rinnovare tanto danno. Mazzini stesso scusa il comunismo 2 come riazione alla libertà sfrenata che si converte in licenza e che è peggiore, in fondo, della tirannide stessa. In ciò, col Minuti, s1amo d'accordo. Ma non bisogna infierire coi sistemi intermedi. 1 SAFFI, Il pensiero politico e sociale di G. JYlazzini. 2 MAZZINI, I sistemi e la democrazia, voi. VII. BibliotecaGino Bianco

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