3 I 2 LA RIVISTA POPOLARE suo. È bella, sorridente, lusinghiera cotesta lega degli onesti, ma l'attueremo quando verranno altri tempi, in altre ore, nella pace. Oggi ci vorrebbe l' iniziativa degli audaci, fra gli onesti, che non cercano di far baluardo alle reggie, 1nà che fidano nelle masse popolari e le elevano mercè alti concetti e sensi di civili virti1. Ah, quando quelle masse correvano a!la testa degli eserciti liberatori, allora eran degne di libertà, allora solo eran popolo! E sono tuttora adulate quando applaudono al re. Di recente, all'arrivo del re, senza pensare eh' egli è irresponsabile legalmente delle altrui colpe, fu povera e fredda l'accoglienza della scarsa n1oltitudine. Quando non applaude, il popolo diventa folla o volgo. Non è davvero un confortante inizio per la proposta Villari. Noi fidiamo nel popolo; nel popolo soltanto. Chi lo rappresenta non può non aver partito; l'abbia e sia desso ardito e segua il moto dei tempi, senza repentini balzi, ma senza veruno indugio. Chi lo rappresenta, o meglio chi lo rappresenterà, deve conoscere e sentire, nell'ampiezza sua, l' indirizzo de' progressi sociali, il concetto della civiltà nuova. Debbonsi sciogliere man mano, libero il campo da vieti istituti e pregiudizi e inciampi di qualsiasi genere, debbonsi sciogliere i pro ble1ni sociali che urgono ; e ne potrebbe forse iniziare lo scioglimento chi temerario o timido ricoveri alla reggia, appunto perchè sente l'avvicinarsi della marea? Se il male è come lo ha descritto il Villari (mentre in realtà è assai maggiore) non e' è altro che un rimedio. A mali estremi, estremi rimedii. E quali? La storia insegna a che si attenga un popolo deluso e tradito, quando suonano le ore della sua agonia. Allora egli drizza il capo e si scuote. Biblioteca Gino Bianco
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