La Rivista Popolare - anno I - n. 10 - 1 dicembre 1893

334 LA RIVISTA POPOLARE siasi come si è usato sempre da che sono esistiti Parlamenti, non v1 fu bisogno nè di palle bianche nè nere ; il senso morale s' impose agli stessi imputati e li costrinse, fulminati dalle invettive dei pochi galantuomini che sono ancora restati in Montecitorio, a inchinarsi al verdetto dei giudici. Così il senso morale li avesse decisi insieme a tutti gli altri corresponsabili a consegnarsi direttamente ai reali carabinieri! L' Italia respirerebbe. E la crisi ancor dura. * * * Chi salverà questa volta le istituzioni? Fuor del pantano chi c' è ormai oltre i non legalitarii che non vogliono far la deplorevole fine dei Fortis e dei Ferrari, servitori entrambi del Ministero - per il quale il primo sudò tanto nella Giunta delle elezioni e il secondo tentò di non far nulla agli Esteri, come sotto-segretario dell' on. Brin? Dov' è l'uomo che possa mettersi al timone dello Stato e riuscire a navigare su questo mare tempestoso, tutto coperto di scogli? Non furon provati tutti e non furon tutti insufficienti? Basterà - dopo i sol.iti interrogatori di questo o di quello - chiamare uno piuttosto che un altro? E la Camera? Quale autorità morale potrà avere una Camera tutta inquinata dall'affarismo? E le questioni urgenti del giorno? E il deficit perpetuo del bilancio? E l'aggio sull'oro, che cresce a vista d'occhio? E la rendita nostra che va a confondersi con quella della Mezzaluna? E la guerra commerciale ormai dichiarataci dalla Francia dopo la visita di Metz ? E la triplice che con le spese militari che c' impone - per non dir altr0 - ci pesa addosso come una cappa di piombo? E le miserie e il malcontento che s' irreggimentano nei Fasci? E la Magistratura che ha perso il prestigio ? E infine le istituzioni che hanno scossa la fede perfino dei più bigotti? Zanardelli, uomo d' ingegno, e oratore provetto, ma indeciso e nevrotico, con idee· di governo che sono uno stranissimo miscuglio di autoritarismo e di relativa libertà; lui che ha sulla coscienza la legge inquisitoriale del giuramento, il processo di Piazza Sciarra e le disposizioni transi- .torie del Codice penale; lui che ancora non si sa se sia stato d' accordo con Nicotera, con Cairoli, con Depretis o con Crispi, perchè ha governato con tutti quanti costoro, lui che fino ad ieri è stato il BibliotecaGino Bianco

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