LA RIVISTA POPOLARE 333 CR.ONACA POLITICA Per quanto blanda, riguardosa, lontana dagli eccessi di severità, possa essere giudicata la relazione dei Sette - finalmente, dopo tanta gestazione, venuta alla luce - e malgrado che l' on. Mordini, il presidente che l'ha redatta - un ministeriale per tutti i Ministeri - abbia adoperato tutte le arti del confettiere per poter mischiare sempre il miele coll'amaro, la verità non è stata possibile in nessun modo nasconderla e· n'è uscito fuori, nonostante i pietosi veli, in modo. chiaro e lampante, che per lo meno due terzi degli uomini pubblici che sono stati sinora vita e sostegno . delle attuali istituzioni, sono macchiati pit1 é> meno di fango bancario. O direttamente come Giolitti, come Crispi, come Nicotera, come Amadei, èome Martini ; o indirettamente - perchè volpi matricolate - come Lacava e Grimaldi; o per insipienza fenomenale, come Miceli e Rudinì; o per accecamento di vanità come il tanto vantato economista Luzzatti; tutti gli araldi del!' ordine costituito, le uniche speranze sue, furono colpite in pieno petto dal giudizio dei settemviri, e il Paese, spettatore e vittima ad un tempo, colle prove alla alla mano potè almeno, se non altro, commciare a persuadersi della necessità di una completa liquidazione del presente. * * * Il Gabinetto Giolitti che, sicuro d'una maggioranza fabbricatasi colle ultime libere elezioni a sua immagine e somiglianza, si era presentato alla Camera con grandi arie di. spavalderia per combatteret così· a cuor leggero, col!' istessa .disinvoltura come si trattasse di una discussione sulla canapa più o meno greggia, dopo la lettura della Relazione, dovè invece rirrguainare più che di precipizio· la spada per presentar subito le proprie dimissioni, senza ardir nemmeno un principio qualunque di difesa. Non vi fu bisogno dei soliti cosiddetti discorsi-presidenti del Consiglio e nemmeno ministri nè sottosegretari di Stato, non occorse neanche le form~lità della presentazione di un ordine del giorno qualBibliotecaGino Bianco
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