La Rivista Popolare - anno I - n. 10 - 1 dicembre 1893

LA RIVISTA POPOLARE LOSCIOPERODEI TELEGRAFISTI È la prima volta in Italia che un servizio dello Stato ricorre ad un 1nezzo così violento di protesta, quale è quello dello sciopero. A tutta prima si poteva credere che paralizzare· in tal modo la vita della nazione togliendole quei mezzi di continuata comunicazione, resi oramai indispensabili per un popolo civile, fosse pressochè inconcepibile o che, seppure accadendo, si sarebbe solleYata tale indignazione in ogni classe di cittadini da condannare senz'altro questo nuovo genere di scioperanti. Ma così non è avvenuto, e lo sciopero incominciato in Ron1a ed irradiatosi con velocità elettrica in tutte le parti della penisola, se ha recato uno stupore generale in tutta Italia, ha avuto dalla sua parte le generali sin1patie. Tutti hanno capito subito che si trattava di una classe di cittadini che aveva sempre dato prova di abnegazione e disciplina nel disimpegno delle. delicatissime 1nansioni a lei affidate e che ora, vedendosi burlata nelle rispettose, serene e ad un te1npo ragionate domande rivolte all1on. Ministro per impedire la maleaugurata fusione dei servizi postali e telegrafici, era stata trascinata, suo malgrado, a cercare giustizia, all' infuori della legge, ricorrendo allo sciopero. Ma l'opinione pubblica non sa che questa reazione violenta non è scoppiata improvvisamente come in generale si è pensato : essa covava già da lungo tempo. Il malcontento serpeggiava nel personale telegrafico fino da quando si· manifestò 1' idea di fondere in un unico ruolo il personale delle poste e dei telegrafi, volendo far credere al paese che si sarebbero raggiunte notevoli economie e migliorati in pari tempo i due servizi. Per conto mio ritenendo che dalla progettata fusione ne sarebbe derivato danno certo per la telegrafia, mi misi a studiare la quistione un po' da vicino, ed agevolmente Biblioteca Gino Bianco

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