• LA RIVISTA POPOLARE 1nietere, trebbiare, ha speso giornate di lavoro per L. 160; ne percepisce 140, quindi nulla gli resta della sua indu• stria, ma angoscie e dolori gli attossicano la vita e costituiscono il suo pane quotidiano. E non si è fatto il conto coi raccolti scarsi, perchè è frequente che questa terra spremuta, non concimata neghi le undici sementi; e allora il colono dovendo restituire la sementa al doppio, corre rischio di non avere nen11neno a portare a casa la spazzatura dell'aia. Sopra siffatta iniquità si basa il contratto di colonia parziaria: è una spogliazione legale del frutto del lavoro, perchè è evidente che il proprietario dovrebbe ben più spendere, oltre tutte le cure necessarie, se avesse a far coltivare direttamente la terra. Quale riforn1a è possibile in questo contratto? Basterà lasciare a tutto profitto del colono la se1nenza, o soltanto prelevarla dalla massa, oppure prelevarla solo quando le n1aggese vengono fatte dal proprietario? Basterà vietare le colonie annue e prolungarne il periodo di durata? Basterà ridurre la quota del proprietario nella ripartizione dei prodotti? La colonia parziaria ha rovinato i piccoli proprietarii che la praticavano, e lo provano le vendite continue dei piccoli appezzamenti, i protesti delle piccole ca1nbiali, le domande di omologazione per vendita di beni dotali, le espropriazioni forzate nelle Puglie e in Sicilia. La colonia parziaria ha affamato il proletariato agricolo, aumentata l'emigrazione, isterilita la terra, immiserito il paese. Tutto ciò è ben noto: ma nemmeno floride sono le condizioni dei mezzadri. Chi ha studiato il contratto di mezzadria, uon1ini d'ordine non sospetti, affermano che, colla ripartizione a metà dei prodotti, il proprietario pattuisce a suo favore più di ciò che gli spetterebbe, esige, oltre alla rendita della terra, una parte del salario del coltivatore. Che così debba essere è provato dal fatto che anche i mezzadri dell'Emilia generalmente chiudono il loro bilancio in debito verso il padrone, che più generalmente passano in ca1nera, cioè divengono braccianti, giornalieri, invece di elevare o mantenere la loro posizione. La mezzeria non può essere dunque una soluzione, non può dare ai coltivatori il benessere, nello BibliotecaGino Bianco
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