La Rivista Popolare - anno I - n. 10 - 1 dicembre 1893

LA RIVISTA POPOLARE agitazione di un popolo intero che s'imponga a coloro i quali sfacciati abusarono della sua buona fede in ogni guisa e risero della sua miseria. L'onorevole nostro amico Colajanni un dì ci disse che cotesta agitazione, per gli scandali bancarii, c'era stata e in alto grado; gli rispondemmo che era stata parziale, lenta, confusa: due o tre comizii in alcune città, Roma, Milano, Perugia. Avverso a simili brutture e iniquità, àovrebbe sorgere a protesta virile anche l'ultimo dei villaggi, su per i dorsi degli Appennini, invece che s'imprecasse al sistema entro le farmacie e i caffè. Non basta il rumore della marea, che si risolve in schiuma, ci vuole la ten1pesta ne' momenti solenni in cui la stessa coscienza della nazione è in giuoco. Ora il Ministero è caduto, e ha fatto giustamente un gran tonfo nella pozzanghera che gli stagnava d'intorno. La Relazione tanto attesa ha precisato alcuni fatti che già più o meno esattamente si conoscevano; ha rivelato in n1odo solenne buona parte dell'iniquità di un sistema già noto. Ma il problema non è sciolto: la questione è sempre quella: la battaglia è da tanto tempo impegnata. Quando finirà? e come? Bisognerebbe eli1ninare tutto ciò che esiste e che ha _partecipato, attivamente o ·passivamente, a cotesta gazzarra di coscienze turpi o vili. La finanza è in grave condizioni. Anche se si potesse chiedere Pit>rson all' Olanda. e von Plener all'Austria, sarebbe invano. Il male è cronico. Il cambio sale sempre. Il deficit aumenta. L'oro e l'argento en1igrano. Non c'è, in molte provincie, sicurezza alcuna. E c'è da per tutto l' ingiustizia. Si prepara una nuova Jacquerie: i contadini hanno fame, e l'inverno già li assidera. Ora, per mezzo del Villari, e nessuno protesta, i monarchici confessano che per le, classi operaie e agricole non fecero mai nulla. Lo disse già il Nitti, un avversario, in un Biblioteca Gino Bianco

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