La Rivista Popolare - anno I - n. 10 - 1 dicembre 1893

LA RIVISTA POPOLARE Entrammo subito nella scuola. Quale squallore! Poco spazio, poca luce, 1 o o 1 2 banchi da quattro posti l'uno, addossati l'uno all'altro; alcuni cartelloni di nomenclatura ingialliti dal tempo e dalla polvere appesi alle pareti ; un tavolino greggio di abete per la maestra, e 11nasedia. Sui banchi sedevano 9 bambine in tutto, poveran1ente vestite. Due erano scalze. L'occhio speri1nentato del direttore scoperse subito il piede proibito, e disse alla maestra: « Perchè scalze quelle due ragazze? Ella non doveva riceverle così senza scarpe. « Parlai colla loro mam1na, rispose la 1naestra, 1na inutilmente. Scarpe non ne hanno di sorta: i loro genitori stentano a guadagnarsi tanto da provvedere ogni giorno un pezzo di pan giallo. Già tutte e .due stettero a casa un m~se malaticcie, poi ci stettero altrettanto e più al tempo dell'acqua. È una compassione! Non imparano quasi nulla. Si figuri poi s'e non si ricevessero scalze! Mancherebbero all~ lezioni tutto l'anno ». ( La voce della maestra così parlando trovava certe inflessioni di tenerezza e di pietà, che mi scesero all'animo. Povera donna! insegnava già da 12 anni in quella scoluccia, là, così lontana dal mondo civile, così priva d'ogni agiatezza e d'ogni conforto morale;- insegnava, umile, rassegnata, attenta a' suoi doveri, sollecita pe' suoi alunni, sostenendo la sua fatica costante e le continue disillusioni della vita scolasticà, per 4 7 lire n1ensili. E con queste doveva pensare al sostentamento suo e a quello del padre vecchio, malato di anemia, e di due sorelle minori, una di 14 anni, l'altra di 12, le quali l'aiutavano nelle faccende della casa e nella preparazione dei lavori scolastici delle alunne. La scuola era mista; al mattinò andavano i maschi, al pomeriggio le femmine. E quando la 1naggior parte la frequentavano (il· che accadeva solo in due mesi dell'inverno, se la stagione non era troppo- rigida), vi so dir io che la povera donna doveva affannarsi dal mattino alla sera, e sentirséne "J>oifiacca per tutto il - corpo, col respiro che usciva a stento e col cervello annebbiato! E cibo abbondante e nutritivo J>erristorarsi mancava costanteme·nte ! Ma non un lamento era mai uscito dalla bocca di quella martire del dovere e della ingiustizia sociale. BibliotecaGinoBianco

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