La Rivista Popolare - anno I - n. 10 - 1 dicembre 1893

LA RIVISTA POPOLARE due o tre 1nesi i ragazzi se ne stanno senza alcuna istruzione. Ma c'è di peggio! L'acqua che scompare lentamente, ristagna in grandi pozze, produce esalazioni mefitiche. E quasi ogni anno la primavera e l'autunno portano a questi poveri abitanti le febbri d'infezione. Il Comune fa il possibile per soccorrerli, regala le medicine, paga, quando, il medico lo esiga, un nutri1nento riparatore .... Ma che vuole? ... gli organis1ni sono guasti e deboli, causa il nutrimento ordinario, insufficiente alle giornaliere riparazioni fisiologiche. E così la guarigione si fa aspettare lungo tempo». Mi sovvennero allora le parole dell' Albertoni nel suo discorso alla Uni versi tà di Bologna : La .fisiologia e la quistione sociale: « L'uomo, egli dice, che eseguisce un lavoro moderato, di norma, deve introdurre generalmente IJO gr. di albu1nina, 84 di grasso e 450 di sostanze amidacee e zuccherine per n1antenere il proprio corpo in equilibrio del peso. Se mangia meno, o deve lavorar meno o sacrificare una parte del proprio corpo. Una famiglia di 1 o braccianti rurali, composta di 1 o persone, che spenda pel vitto 948 lire (l'esempio è tolto dagli Annali di statistica del Bodio, 187 9) non può assoluta1nente procurarsi un vitto sufficiente ai bisogni fisiologici. Mangiando anche, sen1pre, soltanto polenta e formaggio, quella fan1iglia dovrebbe spendere all' incirca L. 1 4 I 3 » . Così il prof. Albertoni. Eh sì che si tratta semplicemente di formaggio e polenta o d'altro nutri1nento sin1ile ! Che direbbe il filosofo dell'umanesimo, Feuerbach? Der Jlfensch ist was er isst? L'uomo è ciò che egli mangia? Dopo due ore di viaggio sopra un calesse solido, sì, n1a tenace co1ne un macigno, tirato da un cavallo che fiutava la biada da per tutto, senza averne mai assaggiato, il" direttore esclamò finalmente: Ecco gli argini del Panare, ecco la scuola laggiù su quel terreno sabbioso, in mezzo a que' pioppi. Io respirai più liberamente. Affrettammo il trotto e giungemmo in 1 5 minuti. La maestra, che ci aveva scorto di lontano, alta, pallida, sui 3 o anni di età, dagli occhi neri infossati, dalle guancie sparute, era già sulla porta d'ingresso ad aspettarci. Biblioteca Gino Biahco

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