La Rivista Popolare - anno I - n. 8 - 1 novembre 1893

LA RIVISTA POPOLARE Egli parla in italiano correttissimamente ed elegantemente. Conversa con grande spirito, con gentilezza squisita e perfetta_. A tavola fece un brindisi, e spiegò come questa parola venga dal tedesco. E fra i brindisi che facemmo a lui e alla sua nazione, parlò cli Goethe con entusiasmo accennando alle Elegie R01pane, e del Heine, dicendo che il suo più gran poema era Germania, ma poi esclamò: grande poeta e cattivo tedesco! Quindi soggiunse che Napoleone III lo' aveva acquistato; e a chi fra noi osservò essere stata colpa comune dei Napoleonidi quella di comprar coscienze, egli rispose: cioè, è stata ed è sempre colpa comune dei napoleoni ... J\1a poi il pensiero ritornò alla sua Roma, e con passione mi diceva che meriterebbe fare scavi casa per casa, palmo per palmo, certo che ovunque si celano cose d'arte. E così dicendo, gli occhi brillavano di passione e di giovinezza, che resistono vittoriose anche al tempo se il genio le alimenta. Còn dispiacere sopravvenne la sera, quando l'eletta compagnia, fra i quali il dottissimo Ilelbig con la sua vivace e colta figliuola, s' incamminò per il ritorno. Lungo la via l'illustre uomo ci rammenta,·a, descrivendolo, il passaggio del papa su la candida mula, come usavasi in altri tempi, per quella via delle Sette Chiese che congiunge le basiliche. ~ Allontanandosi, guardava al cielo diafano e puro, alla sorgente luna, ai pini solitari per la campagna, e diceva alla sua gentil figliuoh: ah, se si potesse portare uno di qoesti pini a Berlino o a Charlottenburg ! Poi descriveva la pineta di Ravenna eh' egli aveva visitata nella giovinezza, quand'essa costeggiava il mare per_ 2 5 miglia intatta e folta. Com'era bella! diceva. L'ho veduta anche popolata di cervi, e quanto pittoresco appariva il mare fra i grandi gruppi ~i antichissimi pini! L'interrogammo su qualche ·notizia della sua Storia Romana._ Già a tavola erasi lagnato delle traduzioni che ne avevano fatte; traduttore, tradi'tort, ripeteva. Di quella storia, che è il suo capolavoro, ha scritto tre grandi volumi, come è noto, che vanno fino alla vittoria ·definitiva di Cesare sui propri avversari. Il quinto volume tratta della amministrazione dello Stato nelle provincie dell'Impero Romano. Il quarto, non ancora pubblicato, dovrebbe trattare della storia politica e della civiltà dell'epoca imperiale, e fra le altre cose della decadenza del paganesimo e del sorgere del cristianesimo. Ma per far questo volume, ci disse che vi sono molte difficoltà, perchè a scriverlo bene BibliotecaGir:ioBianco '

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