La Rivista Popolare - anno I - n. 8 - 1 novembre 1893

LA RIVISTA POPOLARE Si legge da Genova un telegran1n1a colla firma di Dagnino e Grasso, nel quale si fanno voti per la conciliazione. Turchi è di sin1ile avviso, per l'unione. La solidarietà è necessaria. Btsogna darsi la mano per sbarazzarsi delle presenti vergogne. Propone, con belle parole, l'ordine del . giorno della Consociazione Romagnola. Parla il Palazzi con grande sentin1ento ed eloquenza sulle attuali condizioni d' Italia. Bisogna tornare all'antico; insistere sul concetto politico, pure ragionando su quesiti scientifici, e formar cittadini coscienti, e educar sen1pre. Fratti non crede che la discordia provenga dalle in1portanti discussioni tenute a Firenze, a Napoli, a Palermo. Assume la sua parte di responsabilità sulla proposta di quesiti d'ordine sociale. 'fesse lodi del Congresso di Napoli, ove la discussione fu elevatissiina. Il De Andreis votò il suo ordine del giorno, abbandonando il proprio radicalissi1no co1ne quello. Critica le deliberazioni del Congresso di Reggio. La den1ocrazia dovrebbe sempre più unirsi. Non crede che si debba proporre dai collettivisti una loro formula speciale. Egli studia le varie loro scuole, crede si debbano discutere, e in caso debbasi scegliere ciò che vi possa esser di buono. Non com batte le teorie collettivistiche come fa il De Andreis, il quale però stan1ane era -gìà nell'antican1era del collettivismo ... De Andreis protesta e scappa via dall'aula. Fratti spiega il suo concetto: nel collettivismo industriale di De Paepe e in quello riformista di Malon si parla anzi tutto de' pubblici servizi dati alle associazioni de! la- ~ voratori, con1e vuole il De Andreis ; dice che Mazzini voleva la cooperazione di tutte le scuole agli intenti imm~diati e mediati, indica e spiega il concetto della proprietà sociale, e dice non credere che i sistemi più rigidi del. collèttivismò .. possano applicarsi nel nostro paese, per peculiari ragioni. Cita il Loria in proposito·, che chiamano il Marx deU' Italia.· Dice ai collettivisti e ai non collettivisti che il loro contegno dev'essere conciliativo, con1e di chi in fa1niglia discuta. Gli uni tacciano gli altri di co1nunismo, gli altri di individualismo: errano entraJnbi. Nessuno di noi è individualista; l'individualismo fu chiuso e suggellato dalla Rivoluzione • ,;,Biblioteca Gino Bianco

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