La Rivista Popolare - anno I - n. 8 - 1 novembre 1893

LA RIVISTA POPOLARE seguire il pareggio senza nuove imposte o alleggerendo le più moleste. L'on. presidente del Consiglio non si degnò neppure d'accennare lontanamente alle econo1nie possibili ~1elvasto campo della buroerazia, nè all'abolizione delle sottoprefetture, dannosa superfetazione amministrativa, mantenuta in piedi, co1ne scrisse con rara sincerità l' on. Crispi, per sorvegliare sindaci e municiJJi. Le economie non dovendo essere realizzate in tale can1po, si faranno forse nei bilanci della pubblica istruzione, dell'agricoltura, industria e co1nn1ercio, della grazia e giustizia? I suddetti bilanci sono i più n1eschini e non offrono modo ad economie utili; se se ne facessero, come iniquamente se ne fecero colla soppressione delle preture, sarebbero una sventura, arrecherebbero anzi gr~ve danno materiale, 1norale e intellettuale. Tali bilanci dovrebbero essere impinguati, senza di che le riforme votate e le altre di là da venire si riducono ad un'indegna n1istificazione. E riferisco qualche esempio, a me particolarmente noto, e che in questo 1nomento presenta anche l'interesse del- · l'attualità. Nella discussione dei bilanci del 189 1 deplorai vivamente che non si facesse eseguire la legge sul lavoro dei fanciulli e ·constatai che non era possibile farla eseguire con due soli ispettori, i quali non bastavano neppure per le _ n1iniere della Sicilia. Non si negò l'inconveniente, ma si rispose che le strettezze del bilancio dell'agricoltura e commercio non consentivano fare di più. Adesso che l'attenzione pubblica è stata çlamorosamente richiamata sulla condizione dei carusi delle zolfare di Sicilia - la cui sorte tante volte venne descritta - dalle .belle lettere di Adolfo) Rossi alla Tribuna, si promette che si farà di più; ma passato il primo fervore, per le stesse ragioni allegate per il passato, si finirà col fare un bel nulla. E qual valore potranno avere le annunziate riforme ·nella pubblica-· istruzione se all'on. Martini si chiederanno economie piuttosto che fargli nuovi assegni? Il problema del latino ha sicuramente la sua impor~anza; ma non è BibliotecaGino,Bianco ..,

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