La Rivista Popolare - anno I - n. 8 - 1 novembre 1893

LA RIVISTA POPOLARE Queste economie, se dal lato economico non destano entusiasmo perchè coordinate soltanto all'esigenza del bilancio contabile dello Stato, senz' alcun riguardo al bilancio della nazione, che alla fin fine deve alimentare il .primo, da un altro lato hanno un grave inconveniente politico e 1norale, poichè esse aun1entano l'iniqua sperequazione nello sviluppo dei lavori pubblici tra il settentrio_ne e il 1nezzogiorno. Si spese allegramente, si spese senza misura nell'alta Italia per ferrovie, valichi alpini, porti e bonifiche; comincia la contrazione e la febbre delle economie quando si tratta di provvedere agli urgenti bisogni del mezzogiorno. Queste economie quindi non riescono che ad acuire gli antagonismi regionali. E .in relazione ai lavori pubblici si devono considerare come ingiustificate le ·lodi prodigate alla nuova legge sul rio:rdinamei1 to del genio civile. Se è vero che essa segni un passo sulla via del decentra1nento - di che c'è a rallegrarsi - non è 1nen vero però, che con essa si concedono pensioni di ritiro· ad impiegati abili, che desiderano ancora lavorare e si aprono concorsi per impiegati nuovi; si licenziano alcuni straordinari al centro e si dà in pari tempo facoltà di nominarne altri, pure al centro. L' on. Giolitti, per indorare la pillola delle nuove imposte, affermò che nuove economie sono possibili; n1a su questo tasto ha avuto il pudore di non insistere quanto nel periodo elettorale del 1892 ; le chiama possibili, vi accenna vagamente, ma non ne precisa alcuna. Alle promesse sue si sa che non può prestarsi fede e si darebbe prova di grande cecità prestandovela, poichè si può argomentare che serie economie non sono nelle intenzioni del Ministero e non se ne faranno, dal fatto eh' egli ritiene ormai intangibile la cifra di 343 milioni consacrati ai bilanci della guerra e della n1arina. E in questi bilanci la riduzione della ferma e il reclutamento territoriale, l' avviamento sincero verso il sistema della nazione armata, senza diminuire la forza difensiva dello Stato - come sanno i lettori dèlla Rivista Popolare per la serie di articoli pubblicati sull'argomento - darebbero tanto da conBibliotecaGino Bianco

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