,. LA RIVISTA POPOLARE 201 vedere l'alba del novissimo giorno! Quante speranze fiorivano! D'allora in poi molti abbandonarono il campo e li accolse la reggia, albergo di coscienze perdute. ·Ma pure il - lavoro proseguì. E assistemmo dipoi a Congressi veramente importanti, dove furon trattate le più alte ed ardue questioni politiche e sociali. Si discusse tant0 de' mezzi transitorì quanto delle ultime soluzioni de' vari problemi; del domani in1n1ediato e del do1nani mediato. Ma se si discuteva di cooperazione o di colonizzazione, ci si diceva: è ben poco ! E se discutevasi intorno all'età in cui la gran fa1niglia de' lavoratori, liberi ed eguali, avrà per sè le terre e i capitali d'Italia, e ognun d'essi godrà tutto il prodotto de' propri sforzi, ci si diceva: non siete pratici. È difficile aver ragione quando si è giudicati dalla passione di parte. Ma i Congressi continuarono; non discussero invano; non trascurarono nessuna questione; si occuparono talora di cose che riguardivano popoli lontani, la Polonia o la Grecia, con1e se si trattasse di intima cosa propria. Studiarono il lavoro delle donne, il lavoro de' carcerati; la questione agraria, l'e1nigrazione e tanti altri problemi. Non digrignarono i denti contro la borghesia ad ogni momento, ma sentirono orrore per le tante iniquità sociali e pietà peti tanti dolori del proletariato. Talvolta n1ancò non la buona volontà, ma l'ardire, al cospetto delle molte intricate e oscure questioni che apparivano alla fantasia o alla mente degli anelanti al vero in modo confuso, ora corne Eumenidi coi cap·pelli irti, ora come arcangeli recanti il verbo della sociale equità e di un'èra in cui fosse ignoto il doI-ore e il pianto. - In alcuni Congressi si pensò anzi tutto alla propaganda . ~ e all'organizzazione; in altri a discutere profondi e i1npor-:- tanti argomenti d'ordine generale. Fu questo un, errore? Biblioteca GinoBìanco
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