La Rivista Popolare - anno I - n. 7 - 15 ottobre 1893

LA RIVISTA POPOLARE 199 fede. O non saltano fuori le 7oo lire, e cari n1iei - qui siamo nel falso, nell'equivoco, nel sentimentalismo e niente altro. La sottoscrizione fu aperta. Alcuni anzi si mostrarono generosi. Ma non fruttò più di 2 oo lire. Qualche mese dopo l'associazione era finita. E si disse fosse il collettivis1no la causa del dissenso. Infatti era così. . Il collezionare in quell'an1biente era straordinarian1ente difficile. Bisogna decidersi. Assai fu tenuto a bada il popolo con grandi discorsi, dietro ai quali non c'era che egoismo personale. Assai gli apostoli si contentarono di esporre un giorno, venti giorni la vita, salvo serbarla poi un gran pezzo alla ricompensa, dimenticando che essa deve essere spesa· tutta pei propri simili. Assai durò quèst' èra nuova di apatia, di ignavia, di viltà, di sofferenza imbelle di ogni torto, di ogni insulto, di ogni tradimento. O ci sentiamo spirito di sacrificio, o smettiamo di chiamarci a1nici del popolo. Mi sta in testa che tutte le scuole den1ocratiche sieno buone a qualche cosa, tranne quella del conciliare la propaganda coi· propri comodi. DARIO PAPA. ILCONGRESSDOI BOLOGNA Siamo nel secolo degli _operai. Il moto ascend_ente delle loro classi è il gran carattere dell'epoca ed è la sua gloria migliore. La loro parola, che non è più un' umil preghiera, è ascoltata dagli uni con an1ore, dagli altri con spavento. Essi a falangi serrate s'inoltrano. La rivoluzione li accoglie; la reazione li combatte. Ogni passo che fanno sulla via della propria eguaglianza è un passo verso l'unità morale umana. Ogni fronte curBi lloteca Gino B~anco r

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==