LA RIVISTA POPOLARE . . vaz10111 pri111a, del preside, poi del .provveditore agli studi. - Insomn1a, gli dicono, è una dimostrazione politica bell' e buona quella che ella fa._ - Nessuna din1ostrazione, risponde il professore. Sol- - tanto, io n1i sento disadatto a questo genere di cerimon1e .... - Ma non c' è bisogno che ella faccia cerin1onie, dicono gli altri. L'atto di presenza basta. E insistono prin1a dolcen1ente, poi dolcemente insinuano che essi non hanno solo la responsabilità dell' istruzione nell'istituto, ma insomrna c' è anche il suo po' di polizia - e a buon intenditor poche parole. - Che fare? chiede l'amico mio . . - Di' che tu fai il tuo dovere in scuola, e ti basta d'essere uomo dabbene fuori. Non occorre che tu sia altro. E se mi mandano in Sicilia? Vai. È un disastro. Lo stipendio basta a n1ala pena per la famiglia. Qui ho qualcosetta del 1nio. Di laggiù non ci posso attendere. E poi, alla mia età, can1biar clima, costumi, abitudini - è la mia rovina. Vai. Mi ci ammalerò. Vai. Ci n1orrò. Vai. Vai! vai l io gli dissi e gli scrissi - e glielo tornai a scrivere quando m' informò che vol_evano farlo firmare nella sottoscrizione in occasione delle Nozze d'Argento. E n1i pare che così inesorabiln1ente dovre1nmo dire tutti, in casi simili, e sopratutto fare - affrontando tutto quel che ci sia da affrontare. Questo nostro voler andare verso un ideale di libertà e di giustizia senza scosse, senza sofferenze, senza pericoli, senza guai, con tutti i comodi possibili, non movendo un passo se il terreno non è ben ferino, non confidando nella nostra energia, nella sorte, nella bontà della nostra causa, è veramente qualche BibliotecaGino Bianco
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